Alla scadenza del buono fruttifero postale alcuni risparmiatori hanno incassato interessi non corrispondenti a quelli indicati nel retro del buono. Un “brutto pasticcio di Poste italiane“: così lo definisce l’Unione nazionale consumatori (Unc).
I buoni fruttiferi postali sono prodotti di investimento finanziario al pari dei libretti di risparmio postale. Entrambi costituiscono il risparmio postale. Attualmente li abbiamo in forma cartacea ed in forma dematerializzata. Vengono emessi dalla Cassa Depositi e Prestiti S.p.A e collocati esclusivamente da Poste Italiane.
Quali sono i buoni che stanno portando complicanze?
Si tratta dei buoni postali fruttiferi emessi a decorrere dal luglio 1986 e prima del 1999. Poste italiane sta attuando su di loro una politica di rimborso diversa rispetto a quanto riportato sul retro di ogni titolo. E lo fa senza aver comunicato nulla ai consumatori in merito alle variazioni degli interessi applicati.
A seguito dell’entrata in vigore del decreto del 13 giugno 1986 le Poste, invece di emettere buoni della serie Q, per un po’ di tempo hanno utilizzato per l’emissione dei titoli modulistica delle serie passate O e P. Queste ultime serie avevano indicati tassi superiori rispetto alla serie Q. La normativa di allora permetteva di utilizzare, fino alla loro conclusione, solo i buoni della serie P. Requisito fondamentale era l’apposizione di un timbro sul fronte e uno sul retro.
Poste Italiane, in merito ai titoli indicati, sta rimborsando un importo inferiore rispetto a quello che spetterebbe a ciascun consumatore risparmiatore. Questo lo fa nonostante non abbia mai inviato alcuna comunicazione in merito al risparmiatore sul cambiamento di rendimento dei titoli rispetto alle condizioni di partenza sottoscritte.
Ottenere il rimborso
Si può ottenere il rimborso tramite la presentazione di un ricorso all’Arbitro Bancario e Finanziario o per via giudiziaria. Prima di tutto ciò bisogna controllare bene il Buono fruttifero postale, nello specifico la data di emissione e la serie.
In caso in cui avete incassato di meno rispetto a quanto previsto dalle condizioni stabilite all’atto della sottoscrizione del buono acquistato, avrete diritto al rimborso.
Per ottenerlo dovrete controllare se il Buono Fruttifero Postale acquistato rientra nel periodo tra il 1986 e il 1999. Se per caso la data di emissione del titolo è anteriore al primo luglio 1986, le possibilità di rimborso sono scarse; se quest’ultima è posteriore, bisogna verificare la serie. Se per caso la serie è “O” sarà molto probabile in caso di contenzioso averla vinta. Se invece la serie è “P” bisogna verificare che siano stati apposti i due timbri “P-Q”. Quest’ultimi devono essere sul fronte e ci deve essere la tabella di tutti i nuovi rendimenti della serie Q, per tutti i trent’anni.