Dopo il successo della settimana scorsa a Farnese, giovedì 20 agosto ore 21,15, Teatrinsieme fa tappa a Bagnoregio in Piazza Luigi Cristofori con una replica di “Briganteide” storia del brigantaggio in Maremma di Gianni Abbate, ricordiamo la rassegna è sostenuta dalla Fondazione Carivit e dai Comuni che partecipano. Centoventiquattro anni fa, il corpo di Domenico Tiburzi veniva sepolto all’entrata del cimitero di Capalbio, dopo una disputa tra quelli che lo volevano nel cimitero e il parroco che si rifiutava, venendo così a un compromesso.
Col passare del tempo il cimitero si è ingrandito e adesso la sua tomba è in terra consacrata, come a dire che Domenichino si è preso una rivincita sul parroco che lo volle fuori dal cimitero. Quando morì i cantastorie portarono la notizia sulle piazze, anticipando i titoli delle Gazzette. Ma in Briganteide non si parla solo di Tiburzi, emblema del brigantaggio maremmano, si vuole anche far luce sulle origini del Brigantaggio e le sue cause.
“Innanzitutto c’è da dire che il brigantaggio è un fenomeno universale antico quanto l’uomo” – dice Gianni Abbate – “Se analizziamo il Medioevo, è tutto un susseguirsi di avvenimenti criminosi, in particolare saccheggi e aggressioni, specialmente lungo le vie di traffico, così come erano frequenti i sequestri di persone facoltose, cosa che ritroviamo ancora nel ‘900. Tra il Seicento e il Settecento, il fenomeno “brigantaggio” ha avuto un leggero calo, per tornare a farsi nuovamente prepotente nell’Ottocento. Proliferò a dismisura anche grazie al permissivismo di vari papi. Negli anni successivi all’Unità d’Italia, latifondismo, fiscalismo pesante, tributi, tasse, tirannia e soprusi, riducono le masse contadine alla miseria più nera. In questo clima non può che non proliferare il brigantaggio e i contadini intravedevano nell’opera del bandito “livellatore” l’unica forma di rimedio ai torti e alle ingiustizie sociali”.
Lo spettacolo, tra narrazione e musica dal vivo, ci fa rivivere il brigantaggio in Maremma con ironia e spunti divertenti, ma ci fa anche riflettere sul nostro presente. Prendono parte allo spettacolo: Gianni Abbate, Alessandra Cappuccini e Ennio Cuccuini.
Musica dal vivo con Stefano Belardi, chitarra acustica, bouzuki e voce, Christian Arlechino violino, entrambi della formazione La Tresca.
Testo e regia sono di Gianni Abbate.
Ingresso libero e posti contingentati nel pieno rispetto delle norme di sicurezza anti-covid. Info: 3471103270 – www.iportidellateverina.it