Antichi Sipari: racconti sul Palco del Tempo è un progetto multidisciplinare, ideato dal Museo delle Navi Romane, diretto da Daniela De Angelis, afferente alla Direzione Regionale Musei
Nazionali Lazio, diretta da Elisabetta Scungio, in collaborazione con l’Associazione Culturale Teatro Mobile.
Teatro in cuffia, itinerante, site specific con Teatro Mobile per la valorizzazione di un luogo emblematico del nostro straordinario patrimonio culturale: il Museo delle Navi Romane,
circondato dalla splendida cornice naturalistica del Lago di Nemi.
Il Museo rappresenta una brillante opera dell’ingegno umano non solo nel suo contenuto storico e archeologico, ma anche nell’edificio stesso, mirabile opera di progettazione dell’Architetto Vittorio Ballio Morpurgo. Concepito come un hangar navale atto a ospitare le due navi dell’Imperatore Caligola recuperate nel Lago di Nemi negli anni Trenta, offre al pubblico un’esperienza in spazi suggestivi, ampliata dall’area naturale verso il lago.
In questo contesto, verranno realizzati spettacoli a “impatto zero” in quanto i mezzi tecnici impiegati sono strumenti portatili e autoalimentati. Nel tempo dell’individualità e della solitudine, nel desiderio-bisogno di percorsi di ascolto indipendenti ed esclusivi, è stata ideata una formula sperimentale per lo spettatore-visitatore attraverso l’ascolto in cuffia e l’uso della tecnologia digitale per percorsi sonori e drammaturgici.
Saranno 10 eventi site-specific dal 2 giugno al 27 ottobre 2024: sette produzioni originali di Teatro Mobile, commentate da walkabout-conversazioni radionomadi di Urban Experience, uno
spettacolo de Illoco Teatro, e due eventi, a settembre ed ottobre, di Legio XXX Ulpia Victrix che curerà anche una serie di attività didattiche nello stesso periodo.
Orari: Da martedì a venerdì dalle ore 9:00 alle 19:00. La biglietteria chiude alle ore 18:00.
Biglietti: intero € 5,00 | ridotto € 2,00
Eventi gratuiti con prenotazione obbligatoria su https://www.teatromobile.eu/antichi-sipari.html
Sabato 19 e domenica 20 ottobre
FABULA TABERNARIA La morte di Germanico Atto unico
a cura di Daniela De Angelis
regia e testi Michela Barone.
consulenza storica RAIMONDO GAVIANO
scenografie ETTORE PIZZUTI e ANGELO DE MARZO
costumi ETTORE PIZZUTI
riprese e montaggio GIOVANNI LUPI
con ALESSANDRO ASCI, ANTONIA CATONE, NELLO CATONE, ANGELO DE MARZO, TIZIANA FALSO, MAURA GALIETI, RAIMONDO GAVIANO, VINCENZO MODICA, PASQUALE NAVA, CRISTINA PETRELLA, ETTORE PIZZUTI, TOMMASO SORRENTINO, LAURA SPUNTONI, LINDSEY WEIR
Roma, I sec. d.c.. In una taverna della Suburra, la vita quotidiana si intreccia con i grandi avvenimenti storici: nel Mausoleo di Augusto Agrippina Maggiore ha deposto l’urna funeraria del marito, il Generale Germanico. Una morte improvvisa, forse un omicidio, che sconvolge le certezze e la serenità del popolo romano. La Storia, quella con la “S” maiuscola, quella che si legge sui libri, è fatta dai grandi nomi e dai grandi avvenimenti. Tuttavia la “Grande Storia” non sarebbe mai esistita senza le “piccole” storie, le storie sconosciute della gente comune. “Fabula tabernaria” riprende nel titolo un celebre genere teatrale della commedia latina, sviluppatosi a partire del I sec. a.C. La fabula tabernaria derivava dalla fabula togata, tipicamente latina, a partire dallo stesso costume indossato dagli attori, che non era più il pallio greco, ma la toga. In questo genere di teatro si rispecchiava la vita del ceto più umile della società. La fabula togata prendeva il nome di tabernaria, quando metteva in scena il mondo delle osterie e delle tabernae. Lo spettacolo è ambientato all’interno di un termopolio, realizzato sulla ricostruzione filologica del thermopolium recentemente rinvenuto a Pompei. A muoversi sulla scena sono personaggi immaginari di vita comune: Cleustrata e Mirrina, proprietarie della locanda, il servitore Grumione e i loro abitudinari avventori (un centurione, un personaggio di origine greca e due meretrici). Ogni giorno le loro vite si incontrano e la loro quotidiana e semplice realtà sarà il pretesto per raccontare i grandi avvenimenti e i grandi personaggi. Le celebri imprese militari di Germanico, nipote e figlio adottivo di Tiberio, vengono narrate in modo appassionato e sentito da Fanisco, centurione della I Coorte XXI Legio Rapax. Ed ancora: l’arrivo a Roma della vedova Agrippina Maggiore e dei suoi figli, tra cui il giovanissimo Caligola, prenderà vita attraverso le parole commosse delle due locandiere e delle due meretrici.