“Le cose straordinarie avvengono ogni giorno, solo che ci siamo abituati e così i nostri occhi non se ne accorgono più. Diamo per scontato quasi tutto: vedere, toccare, camminare, pensare, cos’hanno di speciale? Proprio niente, in apparenza.
Non ci bastano. Per cui vorremmo poter volare o respirare sott’acqua. Lo zoppo che torna a camminare, il morto che riprende a vivere: questi noi li chiamiamo miracoli, e solo un essere straordinario come Gesù riesce a compierli. Mentre ai nostri occhi non hanno nulla di portentoso i campi coperti di fiori, le risate tra amici, due sposi che fanno all’amore, un cane mentre salta una staccionata, l’alito ghiacciato davanti alla bocca d’inverno, un gelato che si squaglia in fretta, lo scoiattolo con una ghianda tra le zampe. Nessuno definirebbe questi dei miracolo- sono cose normali della vita. Magari belle, o piacevoli, o sorprendenti, ma certo non miracoli, Una barca che galleggia non sembra affatto un miracolo.
Ma se la barca all’improvviso andasse a fondo? Se il respiro ci si strozzasse in gola come se l’aria fosse diventata solida? Se di colpo i nostri occhi si spegnessero e il mondo diventasse buio – qualcuno si renderebbe conto che quello che accadeva fino ad un istante prima non era affatto normale, anzi, era straordinario? In verità, è per un soffio che siamo vivi, che riusciamo a stare in piedi, che la casa non ci crolla in testa, che gli organi del corpo pulsano, pompano, si aprono e chiudono….
Il mondo intero si tiene insieme per miracolo. No ha proprio niente di solido, il mondo, potrebbe scomparire dall’oggi al domani, e questo in effetti accadrà, un giorno, anche se non sappiamo quale giorno. La sua precarietà è esattamente la nostra…”
Tratto dal libro di Edoardo Albinati ” Uscire dal mondo ” Rizzoli