
Ormai lo avrete letto dappertutto: l’Intelligenza Artificiale sta rivoluzionando il nostro mondo. Ed è un’affermazione senz’altro vera, con il suo uragano di efficienza, personalizzazione e innovazione. Promesse che in alcuni casi sono già state mantenute mentre in altre devono ancora essere confermate.
Sì, perché nonostante i progressi significativi, ci sono ambiti in cui l’IA mostra potenzialità straordinarie ma necessita di ulteriori sviluppi per realizzare appieno la sua rivoluzione. Esaminiamo tre casi emblematici: il gioco d’azzardo online, la sanità e l’istruzione.
Il gambling online: l’IA e il gioco responsabile
Nel settore del gioco d’azzardo online, l’IA è impiegata per personalizzare l’esperienza dell’utente, ottimizzare le offerte e migliorare la sicurezza. Tuttavia, quando si tratta di promuovere il gioco responsabile, l’IA non è ancora completamente efficace.
L’IA può monitorare i comportamenti dei giocatori, identificando pattern che indicano potenziali problemi di gioco. Ma per farlo gli algoritmi devono essere affinati per distinguere tra comportamenti occasionali e segnali di dipendenza. E soprattutto su questo approccio serve investimento. Quello che ancora manca stando all’analisi di Francesco Rodano, Chief Sustainable Gambling Officer di Playtech, intervenuto in occasione della tavola rotonda «Gioco responsabile: tra innovazione digitale e intelligenza artificiale» tenutasi all’Italian Gaming Expo 2025: “Il gioco responsabile viene ancora percepito come una cosa che farà guadagnare di meno – ha spiegato – Ad oggi, l’applicazione principale dell’intelligenza artificiale è quella di analizzare il comportamento dei giocatori e individuare coloro che potrebbero sviluppare delle problematiche. L’algoritmo è addestrabile in base alle proprie necessità, ma il tutto si ferma qua nonostante le grandi potenzialità”.
Sanità: diagnosi e assistenza personalizzata, ma ancora non per tutti
Nel campo medico, l’IA ha il potenziale per rivoluzionare la diagnosi e il trattamento delle malattie. Algoritmi avanzati possono infatti analizzare enormi quantità di dati clinici, immagini diagnostiche e informazioni genetiche per identificare patologie con una precisione sorprendente.
Tuttavia, l’adozione dell’IA in sanità è ostacolata da diverse sfide. In primis la qualità dei dati, fondamentale dal momento che dati incompleti o non rappresentativi possono portare a diagnosi errate. Poi la mancanza di trasparenza negli algoritmi, che può generare sfiducia tra i professionisti sanitari e i pazienti. Ma soprattutto alti costi di gestione e di realizzazione, che renderebbero questo tipo di sanità qualcosa per pochi, accessibile in maniera ridotta.
Un’istruzione personalizzata, ma i docenti sono pronti?
Ultimo campo che vogliamo approfondire è quello della scuola, dove l’Intelligenza Artificiale offre l’opportunità di personalizzare l’apprendimento, adattando i contenuti e i metodi didattici alle esigenze individuali degli studenti. Esistono ormai tantissime piattaforme educative basate su IA che possono monitorare i progressi degli studenti, identificare le aree di difficoltà e suggerire risorse mirate per migliorare la comprensione. L’IA a scuola può semplificare il lavoro dei docenti, aiutarli nella programmazione, nella realizzazione di progetti, nella stesura di verifiche, nella correzione. La vera domanda, però, è una: i docenti sono pronti a questa rivoluzione? Se gli alunni ormai utilizzano sempre di più l’IA (vedi il caso di ChatGPT), professori e professoresse, maestri e maestre la guardano ancora con sospetto, non riuscendo a cogliere la grande potenzialità di questo strumenti.
Insomma, l’intelligenza artificiale rappresenta una rivoluzione in molti settori, ma per realizzarla appieno è necessario affrontare le sfide specifiche di ciascun ambito. Conoscendola, innanzitutto. Sapendo come funziona e come si può applicare. Per renderla accessibile, e positiva, per tutti.
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