Quando ascoltiamo un brano su Spotify o guardiamo un video su YouTube, attiviamo una catena invisibile e complessa di pagamenti e diritti legali. Il “Diritto d’Autore” (o Copyright nei paesi anglosassoni) non è un singolo blocco monolitico, ma un ecosistema frammentato. Capire come funziona è fondamentale per chi crea, ma anche per chi fruisce consapevolmente dei contenuti.
Che cos’è il Diritto d’Autore?
In termini giuridici, il diritto d’autore è l’istituto che tutela le opere dell’ingegno di carattere creativo (musica, letteratura, software, cinema, ecc.). In Italia è regolato dalla Legge 633/1941 (e successive modifiche).
Si divide in due grandi famiglie:
Diritto Morale (Inalienabile)
È il diritto a essere riconosciuto come autore dell’opera.
- Caratteristiche: È eterno, non può essere venduto né ceduto. Anche se vendi i diritti di sfruttamento della tua canzone a una multinazionale, tu rimarrai per sempre l’autore. Include il diritto di opporsi a modifiche che danneggino l’onore dell’autore.
Diritto Patrimoniale (Cedibile)
È il diritto di guadagnare dall’opera.
- Caratteristiche: Riguarda lo sfruttamento economico (riproduzione, esecuzione pubblica, diffusione). Questi diritti possono essere venduti, licenziati o ceduti a terzi (come un editore).
- Durata: In genere dura per tutta la vita dell’autore più 70 anni dopo la sua morte. Dopodiché, l’opera diventa di Pubblico Dominio (chiunque può usarla gratis).
La “Doppia Anima” della Musica: Master vs Composizione
Per capire chi guadagna, bisogna comprendere che ogni canzone registrata genera due copyright distinti. Questo è il punto cruciale che confonde molti.
- L’Opera Musicale (Composizione): È la canzone “su carta” (testo, melodia, accordi).
- Proprietari: Autori (chi scrive il testo), Compositori (chi scrive la musica) ed Editori (Publishers).
- La Registrazione Fonografica (Master): È quella specifica registrazione audio che ascolti.
- Proprietari: Artisti interpreti (cantanti/musicisti) e Produttori Fonografici (Etichette discografiche).
Esempio: Se io registro una cover di “Yesterday” dei Beatles:
- I soldi per la Composizione vanno agli eredi dei Beatles/Editori.
- I soldi per il Master (la mia registrazione) vanno a me e alla mia etichetta.
Chi ci guadagna? La filiera dei soldi
Quando una canzone passa in radio o su Spotify, i soldi vengono divisi tra diversi attori. Ecco chi mangia la torta:
- Gli Autori/Compositori: Guadagnano tramite le società di collecting (SIAE, Soundreef) ogni volta che il brano viene eseguito pubblicamente o riprodotto.
- Gli Editori (Publishers): Sono i “manager” della composizione. Promuovono il brano per farlo usare in film o pubblicità e incassano una percentuale (spesso il 50% dei proventi editoriali).
- Le Etichette (Labels): Finanziano la registrazione e il marketing. Possiedono il Master e incassano la fetta più grande dallo streaming e dalle vendite, per poi girarne una parte all’artista secondo contratto (royalties).
- Gli Artisti Interpreti: Guadagnano le royalties dall’etichetta E i cosiddetti “Diritti Connessi” (gestiti in Italia da NUOVO IMAIE), che spettano a chi “mette la faccia e la voce”, indipendentemente da chi ha scritto il pezzo.
4. Come Tutelarsi: La prova di paternità
Legalmente, il diritto d’autore nasce automaticamente nel momento in cui l’opera viene creata. Non è obbligatorio registrarla per avere il diritto. Tuttavia, in caso di plagio, devi poter provare la data certa di creazione.
Ecco come fare:
- Iscrizione a SIAE o Soundreef: È il metodo classico. Depositi lo spartito/audio e loro certificano la data e gestiscono la riscossione dei compensi.
- Patamu / Copyright Blockchain: Servizi online (spesso più economici) che appongono una marcatura temporale digitale con valore legale per dimostrare che “in quella data, tu avevi quel file”.
- PEC o Raccomandata: Inviarsi una PEC o una raccomandata sigillata con il file all’interno (metodo “fai da te”, valido come prova di data, ma non offre gestione dei compensi).
Come funzionano le piattaforme di Streaming (Spotify, Apple, YouTube)
Lo streaming ha cambiato le regole del gioco. Non si paga più per il possesso (CD), ma per l’accesso.
Il Flusso del Denaro
Le piattaforme non pagano direttamente gli artisti. Pagano gli intermediari.
- Spotify incassa dagli abbonamenti e dalla pubblicità.
- Trattiene per sé circa il 30%.
- Il restante 70% (il “Net Revenue”) viene distribuito ai detentori dei diritti.
Il Modello “Pro-Rata”
Quasi tutte le piattaforme usano questo sistema (spesso criticato): Tutti i soldi generati dagli abbonati finiscono in un unico grande calderone. Questo viene diviso in base alla quota di mercato.
- Esempio: Se Drake fa l’1% di tutti gli ascolti mondiali su Spotify, la sua etichetta prenderà l’1% di tutto il calderone di soldi.
- Critica: Se io ascolto solo una band indie locale, i miei 10 euro di abbonamento non vanno tutti a loro, ma finiscono nel calderone globale e verranno spartiti in gran parte tra le popstar globali.
Come arrivano i soldi all’artista?
Un artista indipendente non può caricare un file MP3 su Spotify direttamente. Deve passare tramite un Distributore Digitale (o Aggregatore).
- Distributori (es. DistroKid, TuneCore, CD Baby): Tu carichi il file, loro lo inviano a Spotify/Apple/Amazon. Loro incassano le royalties dal Master e te le girano (trattenendo una % o chiedendo un abbonamento annuale).
Quanto paga uno stream?
È impossibile dare una cifra esatta perché varia in base al paese dell’ascoltatore e al tipo di abbonamento (Premium vs Free).
- Media indicativa: Tra 0,003$ e 0,005$ per ascolto.
- Per guadagnare uno stipendio dignitoso (es. 1.200€/mese), un artista deve generare centinaia di migliaia di ascolti mensili.
Il caso YouTube (Content ID)
YouTube ha un sistema automatizzato potentissimo chiamato Content ID. Scansiona ogni video caricato. Se usi una canzone protetta in un tuo video:
- Il sistema la riconosce.
- Il detentore dei diritti può scegliere di: bloccare il video, lasciarlo online ma prenderne tutti i guadagni pubblicitari (monetizzazione), o tracciarlo.
Conclusioni
Il diritto d’autore oggi è una macchina complessa dove la tecnologia (streaming) corre spesso più veloce della legislazione. Per chi crea, la tutela passa attraverso la consapevolezza della distinzione tra Master e Composizione e la scelta del giusto partner per la raccolta dei diritti (SIAE, Soundreef, Distributori). Per chi ascolta, sapere che uno stream vale frazioni di centesimo aiuta a capire perché il supporto diretto (concerti, merchandising) resta vitale per gli artisti.






