Sarà l’universo liquido di Danilo Bucchi, dal 18 gennaio al 3 aprile 2022, a inaugurare con l’anteprima assoluta di Blu – con la curatela di Gianluca Marziani – il nuovo anno di Visionarea Artspace, progetto che, per il sesto anno consecutivo, vede il prezioso sostegno della Fondazione Cultura e Arte, ente strumentale della Fondazione Terzo Pilastro – Internazionale, presieduta dal Prof. Avv. Emmanuele F. M. Emanuele. Le 14 nuove e inedite tele di grande formato di Blu portano nell’avamposto del contemporaneo nel cuore di Roma, in Via della Conciliazione, le ultime visioni dell’artista romano che negli ultimi 20 anni ha esposto in Europa, America ed Estremo Oriente, entrando nel 2018, a soli 40 anni, nella collezione permanente della Galleria Nazionale D’Arte Moderna e Contemporanea di Roma con l’opera Liquid, tenendo la sua personale nella storica galleria Pièce Unique a Parigi e nel 2020 dando vita all’opera monumentale al Porto di Giardini Naxos in Sicilia.
In anteprima assoluta per Visionarea Artspace, Blu è un nuovo regalo che Danilo Bucchi fa alla sua città, dopo Il paese dei balocchi, opera permanente presente al MAAM, Assolo a Tor Marancia, che lo ha visto anche protagonista alla Biennale di Venezia (15° Mostra di Architettura Padiglione Italia), e la mostra personale Lunar Black al MACRO di Roma, a cura di Achille Bonito Oliva.
Un regalo speciale che sancisce, nonostante l’animo cosmopolita e l’apprezzamento internazionale di Danilo Bucchi, il suo speciale rapporto con la città eterna, annoverandolo, di fatto, tra i suoi più acclamati artisti contemporanei.
Con le tele di grande formato di Blu, Bucchi torna nella sua Roma per narrare una novità sostanziale verso un colore ad alta caratura simbolica, elaborato con la consueta e meticolosa attenzione al rituale cromatico, al suo incidersi sul bianco netto dei fondali. Una coscienza gestuale che affronta il ritmo e gli equilibri del segno, captando valenze liquide che solo il blu intuisce e sostiene con empatia mediterranea, muovendosi tra le astrazioni del cielo e le brillantezze cristalline dell’acqua, aggiungendo la misteriosa coscienza minerale del blu, alchemico nel suo moto instabile delle valenze tonali, delle profondità gemmologiche, dei giochi luministici.
Dopo aver affrontato la lunga respirazione del segno nero su fondali bianchi, dopo aver inserito frangenti arteriosi di rosso tra le tramature dei segni neri, dopo aver affondato lo sguardo nel nero totale, Danilo Bucchi ritrova così con Blu la geografia del bianco su cui scorrono i fiumi del suo nuovo gemello cromatico: un blu minerale e boreale, scivoloso tra anse che si allargano e stringono, tra rivoli che schizzano e compattano la densità cromatica, tra curvature elastiche che ci fanno pensare al Pianeta visto dal cielo ma anche al microcosmo che l’occhio nudo non percepisce.
“Danilo Bucchi si conferma un magnetico unicum nell’attuale panorama pittorico” spiega il curatore Gianluca Marziani. “La sua identità iconografica lo colloca in un territorio limbico che ibrida la figurazione nel suo opposto e viceversa. Non esiste una lettura diretta e univoca del suo universo liquido, semmai ci si muove per slittamenti e somiglianze, dentro un contesto semantico che si identifica nel proprio stilema estetico, esaltando un processo autoreferenziale che è da sempre lo scopo ultimo della grande pittura, ovvero, la creazione di un proprio mondo che si dispieghi nei codici esegetici di uno sguardo divinatorio”.