Family Game è uno dei primi spettacoli teatrali in realtà virtuale al mondo: lo spettatore sarà portato a immergersi nell’opera teatrale diventandone parte.
A ognuno è consegnato uno speciale visore immersivo, per una visione a 360° dello spettacolo che lo catapulterà al centro della scena. Intorno a lui si svolge l’azione dei personaggi, sia virtuali, sia presenti in sala. La storia è quella di uno scambio di identità, a partire dalla fuga misteriosa di un uomo dalle macerie di un terremoto. Il progetto nasce dalla volontà di utilizzare la tecnologia come amplificatore del concetto pirandelliano di identità frammentata tra maschera e individuo, fino a confondere immaginario e realtà. In questo quadro la scrittura è pensata per l’interpretazione di un solo attore che si cala nei panni di tutti i personaggi presenti nel racconto. Assisterete ad un monologo che sarà un crescendo e allo stesso tempo una caduta verso il grottesco. Chi indossa il visore è chiamato a partecipare attivamente alla narrazione, per scoprire cosa si nasconde tra le pieghe della storia di cui è testimone.
Nell’inevitabile incedere del dramma, però, si incastrano qui questioni nodali anche per la nostra epoca: la distanza tra passione e azione, il rapporto conflittuale con un ruolo obbligato a cui dobbiamo o vogliamo per forza aderire, il sentimento di un tempo implacabile che tutto trascina, la sovrapposizione tra finzione e realtà, sogni e desideri.
FAMILY GAME
testo e regia di Mimosa Campironi
con Alessandro Averone
disegno luci Massimo Galardini
scene e costumi Paola Castrignanò
make up artist Bruna Calvaresi
musiche Bertrand
produzione Teatro Metastasio di Prato e 369gradi