L’Accademia Internazionale di Significazione Poesia e Arte Contemporanea, in convenzione formativa con l’Università degli Studi di Roma Tre, accreditata dalla Regione Lazio, iscritta all’albo di Roma Capitale e del Comune di Canale Monterano, presidente fondatrice la prof.ssa Fulvia Minetti, vicepresidente il dott. Renato Rocchi, direttore artistico Antonino Bumbica, invita alla mostra dell’Artista Salvatore Petrelli alla Galleria Accademica d’Arte Contemporanea della Città d’Arte Canale Monterano di Roma in Corso della Repubblica n.50 dal 25 giugno al 9 luglio 2025 ore 11,00-13,00 con ingresso gratuito.
“Dal nero delle ombre all’oro della luce, gli acquerelli del Petrelli lambiscono la sete dell’invisibile che nasce dalla finitudine rivolta dell’uomo. Le trame della natura intessono il respiro divino, che le trascorre e le anima di un movimento di trascendenza.
Il fiore dell’artista è manifestazione del superno, emanazione dell’assoluto, la materia si fa cerchio di petali in corolla, occorre in luogo magico di confluenza del tutto all’uno. I quattro elementi della materia si raccolgono nel grembo alchemico del fiore, per la liberazione della quintessenza spirituale, che trasmuta la visibilità nell’invisibile respiro, attraverso e oltre la morte della bellezza, lungo le spine iniziatiche della latenza e del dolore, per la rinascita trasfigurata alla luce, che trasforma l’amore profano del tangibile nell’intatta verità dell’amore divino. Il fiore, epifania dell’invisibile, è simbolo della ruota del tempo, della rivelazione dell’essere nel continuo movimento ciclico del divenire, è un fiore mistico, ad esprimere la soglia dell’ulteriorità, del superamento nel principio metafisico.
L’arte del Petrelli è movimento di connubio delle cose, è espressione della sintesi di opposti, di terra e di cielo, d’acqua e di fuoco, nel desiderio di un’armonia universale, a rinascere oltre la forma, in luce sapienziale. Egli coglie e celebra la fragilità danzante e caduca della forma, nella sua valenza sacrificale, votata al movimento imperituro e aureo del respiro universale. La figura si eleva nella sua stessa brevità transeunte, nella sua bellezza finita, nel fremito del suo intimo e inscindibile rimando all’armonia infinita della totalità.
La distesa naturale è invito alla proiezione psicoemotiva dell’uomo, che commuove, che letteralmente muove insieme alla natura, per la catarsi di una finitudine, aperta all’eternità. Oltre la caducità della contingenza formale, l’artista lascia sorgere e spandersi l’irradiazione luminosa di un sentimento estivo e solivo, nel superamento dei confini esistenziali, in una consustanziazione all’oro, che alchemicamente ingravida l’istante dell’eternità immutabile.
Così, come il germe di grano alla terra, il crisma rituale dell’ulivo, le stille di sangue della melagrana e l’esempio del sacrificio umano del Cristo, l’uomo si realizza nel suo trascendersi, all’eternità del significato. L’uomo alla natura è segno del significato divino, che è respiro insito di provenienza e di destinazione del cammino”. (prof.ssa Fulvia Minetti)
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