La Mostra Integr’Azione celebra l’abbraccio artistico dell’identità alla differenza in una collettiva annuale d’arte integrata e itinerante, dal 6 all’8 giugno, lunedì e martedì ore 10,00-15,00 e mercoledì ore 10,00-18,30 con inaugurazione lunedì 6 alle ore 10 della Settima Edizione 2022, presso la Comunità di Sant’Egidio, in Via Federico Borromeo 77 a Roma, partecipata da educatori e da artisti emergenti unitamente ai ragazzi del Sant’Egidio, del Centro Don Orione, dell’Opera Don Calabria, del Don Guanella, del Don Gnocchi e dell’Istituto Leonarda Vaccari, con ingresso gratuito, per aprire e rifigurare le prospettive relazionali.
La Comunità di Sant’Egidio, presidente il prof. Marco Impagliazzo, in collaborazione con l’Accademia Internazionale di Significazione Poesia e Arte Contemporanea, presidente il critico e arteterapeuta prof.ssa Fulvia Minetti, inaugura la mostra artistica in convenzione formativa con l’Università degli Studi di Roma Tre, accreditata dalla Regione Lazio e da Roma Capitale, con il conferimento dei diplomi e della critica in semiotica estetica alle opere di tutti i partecipanti, per significare e valorizzare il divenire dell’essere.
La Mostra Integr’Azione interroga una dimensione etica nella partecipazione ad un’universalità archetipica, sostrato valoriale che promuove una comunicazione sempre possibile, al di là delle differenze; una dimensione maieutica di rinascita nella promozione dei potenziali espressivi; una dimensione semantica per l’analisi dei significati dei simboli artistici, una dimensione gnoseologica nella condivisione di una conoscenza e di un riconoscimento mutuale dagli incontri espressivi e prospettici; una dimensione individuativa per una progressiva elaborazione sul piano cosciente dei contenuti emotivi; una dimensione sociale dal principio di piacere, attraverso il compiacimento artistico, al principio di realtà di un grembo comunitario integrato; una dimensione neurofisiologica nel processo inferenziale di abduzione dell’arte, oltre la deduzione e l’induzione, per lo sviluppo della neo-corteccia; una dimensione ludica nel gioco dialettico esistenziale fra necessità e libertà, fra coscienza ed inconscio, fra identità e differenza; una dimensione veritativa per il divenire aperto dei significati, che sposa gli opposti nella verità di un unico essere, di un unico abbraccio dell’identità alla differenza.
Le opere in mostra sono raccolte in un catalogo critico e in un poster a tema realizzati dall’Accademia, che esprimono e magnificano la catarsi della rinascita dal labirinto degli incontri, dalla figura archetipica della danza rituale del ritorno unitario. Il labirinto è un iter relazionale di metamorfosi, un’arte come arto del vivere, che muove e congiunge, che ricompone i frammenti identitari nella visione originaria di sintesi di soggetto e oggetto, di sé e altro da sé. È viaggio interiore che reintegra la negazione, la differenza, la mancanza, il dolore, il distacco, la perdita, nell’abbraccio armonico di opposti, nel legame fra principio e fine, tra provenienza e destinazione, fra coscienza ed inconscio e che eleva ad una dedalica visione superna, a un volo sapienziale, per la rinascita della visione di sé e di mondo, al senso unico e universale dell’essere umano.