Mostra personale di Adriana Montalto a cura di Daniele Radini Tedeschi
Adriana Montalto è nata a Caltagirone, in provincia di Catania.
Mostra fin dall’infanzia una forte inclinazione per le discipline umanistiche, iscrivendosi prima al Liceo Classico di Palermo, per poi proseguire con la laurea in Giurisprudenza nel medesimo capoluogo. La passione per l’arte non viene mai meno, infatti a Milano, dove risiede dal 1965 al 1983, consegue il diploma in Architettura d’Interni all’Accademia di Arti Applicate.
Tra le mostre personali che la vedono ospite menzioniamo, a titolo non esaustivo, quelle svoltesi in spazi romani come “Il recupero della memoria” presso Palazzo Borghese (2013), l’omonima
nella Galleria Eleuteri (2013) e “Memorie d’Africa” ospitata al Centro Congressi Marconi di Alcamo (TP, nel 2006). Tra le collettive più rilevanti ricordiamo il Saloon Internazionale di Porto
Cervo (2011) e l’Esposizione Triennale di Arti Visive a Roma, per le edizioni 2011, 2014, 2017 e 2023 nella quale tiene una personale presso i Musei di San Salvatore in Lauro. Sempre a Roma l’artista figura ai seguenti eventi espositivi: “Grande Expò alla Sapienza” presso il Museo del Rettorato dell’Università Uniroma1 (2012); “Omaggio a Caravaggio tra epifanie e epifenomeni” al Museo Venanzo Crocetti (2013).
Nel 2022 le opere della Nostra saranno scelte per la rassegna itinerante “ConGiunti” organizzata prima a Novara, nel Castello Visconteo Sforzesco, poi a Bellagio, alla Torre delle Arti, e infine a Roma nel Palazzo della Cancelleria Vaticana. A coronamento della sua carriera è da menzionare la partecipazione alla 56.Biennale d’Arte di Venezia, ospitata a Palazzo Albrizzi-Capello, Padiglione Nazionale Guatemala. La produzione artistica di Montalto è inserita in pubblicazioni di prestigio come il catalogo ufficiale della 56.Biennale di Venezia Arte “All the World’s Futures”, in varie edizioni dell’annuario “Atlante dell’Arte Contemporanea”, nonché in una collana di studi giapponesi
La ricerca della Nostra si dipana attraverso un variegato repertorio di tecniche e rappresentazioni, dando vita a opere che trascendono le convenzioni, il tempo e lo spazio. Ogni elemento venuto alla luce, in bronzo o metallo – persino le opere pittoriche – si carica di una valenza poetica eterna ed immortale, testamento morale per le generazioni che verranno. Le sculture, omaggio all’essere umano, catturano con intensità tutte le intime sfumature emotive e simboliche, riflettendo ideali universali di speranza e reciproca assistenza. L’Aglaia mitologica incontra
temi spirituali: “Il corpo e l’anima” è metafora dell’inevitabile dualità dell’essere, mentre “Qualcuno mi ama” racconta il riscatto e la redenzione, generati dalla compassione. Le farfalle, installazione ambientale presentata alla Biennale di Venezia, ammantate su strutture architettoniche, rappresentano lo spirito dell’artista -tante volte rinata -capace di mutare in crisalide con grazia, riflessa nelle opere, e leggerezza, qui trasfusa nella lavorazione dei materiali scultorei.
I dipinti si suddividono in tre gruppi: il primo è connotato dai vivaci mercati arabi e africani, in cui l’esuberanza cromatica è evocativa di energia vitale; il secondo filone ha come soggetto l’inquietante solitudine delle metropoli, dominate da imponenti grattacieli che fanno ombra a folle anonime di individui smarriti; il terzo configura ritratti di donne colte in chiave introspettiva e intimista. Nel trattamento del metallo, Montalto manifesta invece un approccio geometrico, architettonico, risultato del suo percorso accademico. Partendo da oggetti concreti, come la tastiera di un pianoforte o il foglio di carta, riesce a distillare la sostanza di questi, trasformandoli in forme stilizzate dalle cromie esigue, lontani dalla riproduzione e rivolti a un linguaggio più astratto (Daniele Radini Tedeschi).
