Nella Galleria Ess&rrE situata nella meravigliosa location del Porto Turistico di Roma, quattro pittori si confrontano con tecniche e caratteristiche diverse ma uniti da un comune denominatore. L’arte in tutte le sue sfaccettature. Il figurativo, l’astratto, l’informale. Temi universali dove il pubblico potrà immergersi in questi sette giorni di pittura dalle più svariate tecniche e supporti.
Giusy Dibilio è nata ad Enna nel 1948, dove inizia la sua carriera pittorica. Trasferitasi a Roma, ha proseguito il proprio percorso artistico con entusiasmo, esprimendo in questa città il meglio della sua produzione. Dal 1978 ad oggi ha allestito numerose mostre personali ed ha partecipato a rassegne nazionali ed internazionali. Sue opere si trovano in collezioni private e pubbliche in Italia ed all’estero.
Caleidoscopio di temperie atmosferiche, che trascolorano nella gamma indefinita delle sfumatue emotive, dal tremulo chiarore aurorale che spande di soffusa malinconia l’attesa languida dell’incipiente giorno, alle voragini di abissi abbaglianti come bocche vulcaniche, che esplodono scarlatte a percuotere l’aspra zolla terrestre, al teatro ancestrale di fulminee accensioni algide che perforano la tenebra fissa di un planetario minimo, la pittura di Giusy Dibilio è tutta una celebrazione luminosa della spinta generativa del sole sulla radura boschiva di una vegetazione arcaica, rivestita dalla dorata sacralità di archetipo vitalistico, bolla fumigante di raggio incandescente che barbaglia nell’oscurità disaminata, urto di calore solido che deforma il solco lineare dell’orizzonte in curvatura ellittica, cliclica dinamica armonica di fertile onda energetica, declinata nelle sottili vibrazioni tonali del sipario percettivo in cui si dispiega l’incantamento della giostra fenomenica delle rivoluzioni celesti…
-Maria Claudia Simotti
Barbara Monti, nata a Roma il 27 novembre 1974 ha intrapreso la strada dell’arte da autodidatta grazie all’influenza dei suoi genitori che fin da piccola l’hanno coinvolta con i loro dipinti a olio. Da sempre attratta dai viaggi, intraprende lo studio del cinese all’università la Sapienza, frequenta dei corsi alle Università di Shanghai e Pechino e infine si laurea in lingue orientali. La sua arte non è rinchiusa in canoni predefiniti ma lascia abilmente volare l’immaginazione. Non è il soggetto esterno la fonte di ispirazione bensì il suo mondo interiore, le sue emozioni e sensazioni, i suoi ricordi che riporta sulla tela tramite l’energia del colore e l’espressione gestuale. Solo in quel momento magico e unico i colori possono fluire liberamente dalla propria anima assumendo un ruolo che supera la formalità figurativa producendo una sensazione esplosiva. Il suo lavoro nasce da un processo inconscio e intuitivo ed è espressione della sua anima e delle sue esperienze. L’artista riesce a percepire in modo profondo e personale gli elementi che tutti noi vediamo ogni giorno e a restituirli sulla tela trasformati in sensibilità artistica. Mentre dipinge viene trasportata in una dimensione in cui materia e colore sono le uniche verità del mondo. Nel corso della sua carriera ha esposto in centri d’arte importanti della capitale e all’estero ottenendo ottimi riconoscimenti.
Francesco Ponzetti nasce a Roma, l’assenza di studi artistici gli regala la libertà di spaziare oltre le tecniche di base, infatti per realizzare le sue opere utilizza colori acrilici, tempere, sabbie, fogli metallici e altri materiali. I suoi soggetti, estremamente dettagliati, rappresentano figure e luoghi fantastici, pieni di mistero, stimolando l’immaginazione di chi li osserva. Ad una persona sconosciuta, di una terra persa da tempo – Perché sicuramente quello che è scritto qui è successo prima. Dipende solo da noi se questo sarà una riflessione o una profezia», si legge all’inizio del libro “The incredibile Tide” di Alexander Key, il romanzo che ispirò Hayao Miyazaki per il suo Mirai Shonen Conan, conosciuto in Italia come il ragazzo del futuro, un anime trasmesso negli anni Settanta.
Sono parole che si ascrivono appieno all’arte di Francesco Ponzetti che si eleva con ideazioni immaginifiche dal magma del vissuto e dalla marea impetuosa che solca di emozioni il nostro vivere. Nelle sue opere vi è inscritta, con arte sublime di gesto e sabbia, l’impronta tridimensionale e coloristica del prima, ma anche del non ancora, riflessione e quindi profezia. Luoghi chimerici ed onirici racchiudono il segreto surrealistico del magico, che si svela nel dipanarsi dell’esistente intessendosi di tasselli del divenire. Un viaggio ermeneutico, percorso dialogico continuo tra l’artista che crea ed il riguardante.
Navi volanti, sostenute dalla lievità della mongolfiera, vagano tra le pieghe del tempo abitate da architetture impossibili, fluttuano nella materia coloristica, pesanti eppure così lievi. Altre opere, di carattere esistenziale, indagano la psiche umana. Il “funambolo”, in perenne equilibrio, pare rievocare metaforicamente il matto del mazzo dei Tarocchi, la cui peculiare posizione, il numero zero, incarna sia la fine sia l’inizio del cerchio, alla stregua del monociclo la cui ruota gira eternamente. Un pagliaccio, il Jolly delle tradizionali carte da gioco ma anche l’uomo che percorre sull’instabile marchingegno il filo sospeso nel vuoto e temerario sfida la stabilità all’inseguimento dei propri sogni, compiendo ciò che altri ritengono impossibile.
-Paola Simona Tesio
Nata nel 1950 a Monaco di Baviera, intraprende i suoi studi artistici nel campo della moda, trasferendosi nel 1976 in Italia, dove studia storia dell’arte. Successivamente si dedica in pieno alla propria vocazione artistica nel campo della scultura ma, soprattutto nella pittura ad olio. Ha iniziato esponendo nella provincia di Roma (Palestrina, Gallicano, Velletri, Lariano, Frascati, Grottaferrata, Lanuvio, Latina). Ha successivamente esposto con mostre personali a Roma, Firenze, Rosenheim e Berlino.
L’artista Eva Maria Schmuck (Eva Shunk) nasce negli anni ‘90, come paesaggista. Dipinge per passione e ricerca un piacere soprattutto estetico. Le sue opere godono di buon successo pubblico: Anche la critica inizia a riconoscere la cifra tecnica: l’artista utilizza molto colore, che picchietta con pennello piatto per dare volume e movimento agli oggetti. Il suo percorso rappresenta uno studio costante, non soltanto di sè e della propria personalità artistica, ma della difficile mediazione tra modelli di riferimento tradizionali e d’avanguardia.