Tra sacro e profano, tra storia e mito il titanico focarone di Sant’Antonio a Bagnaia
, come ogni anno dalla notte di tempi, tornerà a riscaldare anche questa gelida notte di gennaio.
Lo spettacolare falò, alto più di 8 metri, costruito da persone esperte in modo che la legna si consumi con equilibrio senza crollare da una parte o dall’altra, rischiarerà per ore il cuore dell’antico centro medievale mentre tutt’intorno si mangiano salsicce, affettati e si beve buon vino locale.
Sarà come sempre il segnale d’inizio della festa di Carnevale, ma anche il rinnovato patto con Sant’Antonio Abate perché protegga gli animali.
Quando la fede si confonde nei labili confini di antichi riti pagani il risultato è sempre qualcosa di unico e il fuoco di Sant’Antonio a Bagnaia lo è a pieno titolo.
Giovani e anziani, uomini e donne, mamme e bambini, tutti la notte del 16 Gennaio si incanteranno davanti alle bollenti fiamme del sacro focarone fino a notte fonda, fino a quando il giorno cancellerà l’euforia del vino nell’anima devota dei fedeli.
É il protettore degli animali Sant’Antonio abate e furono proprio i suoi figli più devoti, umili braccianti e contadini, ad eleggerlo tale perché vegliasse su ciò che avevano di più prezioso: il loro bestiame.
Proprio per questo, Bagnaia, antico paese di origini agricole, lo ama e lo ricorda in un rituale tramandato nei secoli.
L’origine di questa suggestiva tradizione risale alle miracolose guarigioni che si manifestarono durante un’epidemia che infestò la Francia in occasione della traslazione delle reliquie del santo.
Tra i malati che accorrevano per chiedere grazie e salute, molti erano afflitti dal “male degli ardenti”, l’Herpes Zoster, conosciuto anche come “fuoco di Sant’Antonio”.
Tutti coloro che hanno a che fare con questo male venivano, e lo sono tutt’ora, posti sotto la sua divina protezione, anche in onore della leggenda che vedeva il santo addirittura recarsi all’inferno per contendere al demonio le anime dei peccatori.
Stasera Bagnaia lo ricorderà e intorno alle fiamme le anime dei suoi figli saranno purificate.
L’enorme catasta di legna, procurata ogni anno da una quarantina di volenterosi ragazzi bagnaioli, alle 18,30 sarà accesa in un coro di preghiere e tra lo stupore dei visitatori che accorrono ogni anno.
Insieme al fuoco si accenderanno pure i bracieri dove chili e chili di salcicce, carne di maiale e bruschetta sazieranno l’anima e lo stomaco dei devoti, ma non prima di aver lasciato scorrere il vino dalle botti conservate in onore a Sant’Antonio.
La notte si concluderà così, davanti alle fiamme ormai languenti e qualche irriducibile bagnaiolo che come tradizione non rinuncia mai a cuocersi un paio di salsicce su una tonnellata di brace ardente, fino a quando tutto sarà cancellato per la celebrazione della santa messa di domani mattina nella chiesa di Sant’Antonio.
Seguirà poi la tradizionale benedizione degli animali e la distribuzione dei tipici “cavallucci” bagnaioli non senza un generosa dose di cioccolata calda.
Ma non finisce qui, la gara dei vari gruppi di ragazzi bagnaioli che si contendono l’organizzazione della festa del prossimo anno concluderà la manifestazione.
Al via, chi prenderà per primo lo stendardo con l’effige del santo issato sul sagrato della chiesa, con la benedizione di Sant’Antonio, sarà il regista del sua prossimo santissimo focarone