LIRICHE, PERSONAGGI E VOCI DI RAFFAELE VIVIANI
Dopo il successo dell’apertura e il sold out di abbonamenti, il secondo spettacolo della stagione “Senza Sipario” promossa dal Teatro Bertolt Brecht di Formia in collaborazione con l’ATCL (Associazione teatrale fra i comuni del Lazio) all’interno del progetto “Officine culturali” della Regione Lazio e del riconoscimento del MIBAC.
Un doppio appuntamento, il 29 dicembre alle 20:30 (data fuori abbonamento) e il 30 dicembre alle 18:00 al Teatro Bertolt Brecht, con “Creature”, liriche, personaggi e voci di Raffaele Viviani con Pasquale Valentino per la regia di Benito Granese.
L’impianto drammaturgico dello spettacolo attinge dalla produzione poetica, teatrale e musicale del drammaturgo stabiese. In scena, in successione, una serie di quadri che, come in un grande album fotografico, prendono vita i personaggi, le voci, l’atmosfera, i luoghi e gli umori del teatro di Raffaele Viviani. Partiti dalle poesie Guaglione e ‘O Pesce Nicolo’ per raccontare l’infanzia di Viviani passata al seguito del padre anch’egli Raffaele, tra teatrini di periferia e baracche dei pupi, Valentino e Granese, attraverso le pagine della sua autobiografia “Dalla Vita alle Scene”, hanno seguito passo passo l’evoluzione dell’artista e la sua produzione
Con Fravecature, Carro dei Disoccupati, Canzone da Fatica in scena viene rappresentato il mondo del lavoro, le morti bianche, la difficoltà del trovare occupazione a Napoli, così come con il canto di Colantonio, Emigrante tratto dall’atto unico Scalo Marittimo, porta in scena la tematica dell’emigrazione e la difficoltà dei contadini meridionali a cavallo tra le due guerre. La guerra, altro tema caro a Viviani verrà raccontato con le due splendide ed intense liriche Guerra e Pace ed Eroismo, mentre la maschera tragicomica di Don Nicola Pacchesicche narra l’arte di arrangiarsi.
L’universo femminile a cui Viviani ha dedicato tanta scrittura e forse le più belle melodie della sua produzione musicale, vedono in scena Graziella, Margherita, Bianchina, Celeste, e la immortale Bammenella. Donne diverse tra loro ma unite dalla difficoltà della vita e degli amori.
Con l’avvento del fascismo, Viviani subisce grosse censure, ed in generale tutto il Teatro di varietà. Molti artisti scompariranno dalle scene, mentre Viviani comincia con la splendida commedia ‘o Vico a mettere insieme il suo universo teatrale in cui molte sue macchiette confluiranno.
Chiude lo spettacolo una tenerissima e dolente Lettera da Verona che Viviani scrive alla moglie Maria. Un ulteriore documento autobiografico a testimonianza delle difficoltà dovute ai trust teatrali controllati dal regime
Info e prenotazioni 3273587181