l promontorio di Monte Orlando (171 m) è il prolungamento verso il mare del sistema montuoso degli Aurunci, costituito quasi esclusivamente da calcari meso-cenozoici (190-25 milioni di anni).
Nell’area del parco si rinvengono molti fenomeni caratteristici di questi territori come terre rosse, falesie, faglie, grotte, rocce stratificate. In alcuni punti possiamo osservare della terra di colore rossastra e sui sentieri della collina è facile osservare rocce sedimentarie formate da diversi tipi di fossili quali foraminiferi bentonici, alghe calcaree, rudiste. L’estremità sud-ovest del promontorio, è caratterizzata dalla presenza di tre faglie di cui una è detta “Montagna spaccata” ed un’altra “Grotta del turco”e lungo lo stesso versante, si apre una suggestiva falesia che raggiunge l’altezza massima di 160 metri.
Monte Orlando è compreso all’interno del Parco della Riviera di Ulisse ed è un’area naturale protetta nel comune di Gaeta (LT), di cui occupa circa i 3/4 del territorio.
Monte Orlando nella Storia
I manufatti più antichi presenti nel parco risalgono al I secolo a.C., quando sul promontorio, ove ora si trova il Santuario della SS. Trinità, sorgeva la villa del console Lucio Munazio Planco, della quale restano oggi cinque cisterne.
Sulla sommità della collina, Planco volle anche il suo mausoleo. La costruzione è alta 9 metri e l’intera circonferenza è di 88 metri e si presenta di forma perfettamente circolare con copertura a tumulo.
Mausolei a forma circolare e di tumulo non erano ignoti sullo scorcio dell’età repubblicana e Planco poteva averne visti anche in Asia, durante il suo soggiorno in provincia.
La data dell’erezione del monumento è probabilmente posteriore al 22 a. C., anno in cui il console (di cui ci è ignota la data di morte), ricoprì la carica.
Esso sarebbe stato realizzato, quindi, sotto l’influenza del Mausoleo di Augusto, la cui costruzione è segnalata in corso nel 28 a. C. giunto a noi sostanzialmente integro, con il paramento esterno pressoché intatto, cosa insolita, visto il “riciclo” che nei secoli successivi veniva fatto, ma salvato dal suo essere troppo fuori mano per essere depredato.
Sopra la porta si trova, ancora quasi perfettamente conservata, l’iscrizione inclusa in una cornice. Il testo, tradotto così declama :
“Lucio Munazio Planco, figlio di Lucio, nipote di Lucio, pronipote di Lucio, console, censore, imperatore per due volte, settemviro degli epuloni, trionfatore dei Reti, fece col bottino il tempio di Saturno, divise i campi in Italia a Benevento, fondò in Gallia le colonie di Lugduno (Lione) e Raurica (Basilea)”.
Gli Aragonesi e le Guerre
Nel XVI secolo la collina venne inclusa dagli Aragonesi nella piazzaforte di Gaeta e cinta da una poderosa serie di bastioni e cortine, interrotta solo in corrispondenza delle alte falesie a picco sul mare.
La posizione strategica del sito, un’inattaccabile fortezza naturale a picco sul mare collegata alla terraferma soltanto da un piccolo istmo, ha offerto una base perfetta per l’edilizia militare:
in epoca aragonese-borbonica (pressapoco dal XIV al XVIII secolo), furono messe in piedi importanti fortificazioni e strutture di muraglioni, cunicoli e polveriere.
Queste fortificazioni borboniche costituiscono una sorta di città sotterranea fatta di piazzole, rampe, postazioni e articolata attraverso cunicoli, muraglioni, polveriere e varie aree, di cui è ancora possibile visionarne i resti.
Protagonisti a lungo della difesa di Gaeta: durante le incursioni del Settecento degli austriaci, i famosi assedi del 1799 e, poco dopo, tra il 1806 e il 1815 (Repubblica Napoletana e accadimenti successivi) e tantissimi altri eventi storici che hanno interrotto una pace goduta per ben due secoli.
Venne anche studiata la possibilità di inserire un ponte levatoio ed un fossato per isolare ancora
di più il sito e nel tempo vennero costruiti nuovi baluardi di difesa fino all’ultimo sanguinoso capitolo della storia della città: l’assedio di Gaeta avvenuto tra il 5 novembre 1860 e il 13 febbraio 1861, con cui cadde il Regno delle Due Sicilie.
Il ruolo difensivo di Monte Orlando non si concluse con l’Unità d’Italia, il governo italiano, infatti, volle affiancare alle batterie preesistenti una grande struttura che si estende sulla sommità della collina su due livelli; una parte anulare superiore, dove figurava un cannone, mai utilizzato ed una inferiore, costituita da locali con chiusura stagna per il contenimento di danni dovuti ad eventuali esplosioni.
Le Batterie di Monte Orlando
La Batteria di Monte Orlando Superiore, in particolare, si costituiva di piazzole contenenti due elevatori a carrucola per le munizioni; piazzole che vennero utilizzate dai tedeschi, durante la Seconda Guerra Mondiale, per posizionare le loro mitragliatrici antiaeree.
Le polveriere di Monte Orlando erano deputate alla custodia di materiale bellico , soprattutto di polvere da sparo ed erano protette da mura poderose. Quelle conservate in ottimo stato, ad oggi, sono tre:
- la Carolina, costruita nella seconda metà del Settecento dall’ingegnere militare Giovanni Battista Pinto sul versante meridionale del promontorio;
- la Real Ferdinando, simile alla precedente ma più piccola, racchiusa tra grossi contrafforti in pietra; anche questa edificata da Pinto su commissione del re Ferdinando IV di Borbone, è oggi sede del Laboratorio di studi (botanica, zoologia, geologia e paleontologia) e Museo Naturalistico del Parco Regionale Urbano di Monte Orlando;
- la Trabacco, situata a sud, sullo strapiombo della falesia, dotata di una cisterna per la raccolta delle acque piovane e di una garitta.
Tutte sono state interessate, nell’arco dei secoli, da varie opere di restauro di cui la più importante resta quella del 1811, grazie alla quale ottennero una copertura a tenuta perfetta costituita da un grosso strato di terra asciutta inserito tra la tettoia a doppia spiovenza e la sottostante volta a botte.
Ma tutti questi interventi di ammodernamenti non ebbero sempre una felice conclusione: due polveriere scoppiarono misteriosamente, in momenti diversi, seminando il panico tra i residenti e generando una serie di leggende.
La Flora
L’intera area-parco è interessata da una macchia mediterranea che presenta tutti gli stati evolutivi, dalla gariga ( Vegetazione mediterranea legnosa, costituita da arbusti sempreverdi molto bassi; rosmarino, timo, ginestra, palma nana ecc.,) al bosco.
Ciascuno di questi ha le sue particolarità e la sua ricchezza floristica. Il bosco fa da padrone sul versante nord-ovest, più umido e fresco, e dove dopo l’ultima guerra, c’erano solo pochi pini sparuti, oggi c’è una bellissima lecceta che ospita un’interessante avifauna diurna e notturna e che, in autunno, si arricchisce dei tipici funghi dell’ambiente mediterraneo: boleti, amanite, lattari, ecc. Sul versante meridionale le associazioni di arbusti e cespugli formano la bassa macchia e la gariga.
Qui crescono piante notevoli per bellezza e rarità come 17 specie di orchidee, il narciso autunnale, il giaggiolo inglese .
Sulle falesie a picco sul mare, le piante hanno a disposizione poco suolo e sono soggette a condizioni climatiche estreme, ma sono protette da ogni forma di disturbo umano.
La Fauna
L’area del parco è limitrofa alla zona urbana, quindi non popolata da molte specie animali tipiche di questo ambiente. E’ possibile, tuttavia, incontrare il riccio, il toporagno, rettili come il biacco, anfibi come la raganella . Per contro, l’avifauna comprende tutte le tipiche specie dell’ambiente mediterraneo.
il padrone assoluto dei cieli è il falco pellegrino, che nidifica sulle falesie, dove in inverno, è possibile osservare anche il cormorano in attesa di scagliarsi sui banchi di pesce di passaggio.
Posto su molte rotte migratorie, il promontorio offre sicuro luogo di sosta a molte specie di uccelli di passaggio: come la nitticora , il falco pecchiaiolo o il gruccione . Naturalmente, gli avvistamenti di questi animali sono rari, essendo schivi alla presenza umana.
Il promontorio affaccia sul golfo di Gaeta, la sua bassa altitudine e la vicinanza al mare la rendono zona dal clima mite e temperato.
Qualsiasi bella giornata si presta ad una piacevolissima escursione, adatta alle famiglie, ai giovanissimi ed ai principianti.
Come Arrivare e Contatti
Indirizzo: Monte Orlando, Via della Trinità – Gaeta (LT)
Web: https://www.parchilazio.it/rivieradiulisse
Telefono: 0771 743070 – Guardiaparco Gaeta: 333 3334383