Le guerre sono tutte uguali, o quasi, cambiano l’interesse su di esse, la copertura mediatica e la risposta alle emergenze
Un nuovo appuntamento all’insegna della solidarietà con la Fondazione Maady Solidarity, il patrocinio del Comune e la locale Pro Loco.
Sul palco del Teatro Comunale “Milco Paravani” il 23 aprile 2023 alle ore 18.00 di nuovo i 3G in concerto. La formazione sempre sensibile ai temi di solidarietà è composta da: Maurizio Mazzenga, Luca Mazzenga, Andrea Pochesce, Timoteo Rondina, Emanuele Picozzi, in quest’occasione con la partecipazione di Luca Fiasco e Tonino Giovannone.
Ingresso al concerto libero con raccolta fondi a favore della popolazione del Tigray. Il Tigray è la regione più settentrionale che fa parte della federazione dell’Etiopia. Il suo territorio è stato delle avventure coloniali italiane.
—————————————
La guerra è scoppiata il 4 novembre 2020 dopo mesi di contrasti politici tra il governo centrale etiopico e lo stato federale del Tigray, il cessate il fuoco è stato sottoscritto il 2 novembre 2022 a Pretoria. Da allora il processo di pace sta faticosamente avanzando ma i danni alle persone e al territorio sono impressionanti. L’altra cosa da sottolineare che questo conflitto è stato dimenticato quasi non esistesse da media e politica malgrado che secondo le stime dell’Università di Gand (Belgio) ad oggi l’unica ad aver cercato di quantificare le vittime della guerra, sarebbero morte circa a 600000 persone di cui 250.000 militari degli eserciti in campo.
Un capitolo a parte si apre con i crimini di guerra e le violazioni dei diritti umani. Dagli ancora sommari report delle Nazioni Unite, della Commissione per i diritti umani istituita, delle varie agenzie come Human Rights Watch o Amnesty International vengono denunciati saccheggi, arresti arbitrari, uccisioni indiscriminate di civili, furti e stupri avvenuti in maniera spesso sistematica e in tutto il territorio, da parte di tutte le forze sul campo.
Circa 2.5 milioni di persone sono state costrette a lasciare il proprio territorio molti dei quali nei campi profughi allestiti in Sudan. Le scuole sono ferme dall’inizio della guerra, le strutture sanitarie non più utilizzabili e gli interventi degli aiuti internazionali solo adesso con molta fatica cominciano a raggiungere i teatri di guerra.
La popolazione è alla fame perché i contadini non hanno potuto lavorare i campi e quindi sono mancati tre raccolti a cui si aggiungono l’eccezionale siccità di questi anni e le difficoltà sul mercato delle granaglie dovute alla guerra in Ucraina.
La Fondazione con altre associazioni del nostro territorio era impegnata in progetti di sviluppo nel Tigray nel campo dell’educazione e della sanità operando direttamente con operatori locali.
In questo momento qualsiasi aiuto è importante per superare l’emergenza e creare le condizioni per ricominciare praticamente dal nulla. Soprattutto, conoscendo la loro resilienza, dare la prova che non sono stati abbandonati moltiplicherà le loro forze per riattivare ciò su cui si era già investito.