Dopo le tappe di Ravenna, Faenza, Bagnacavallo, Forlì, Padova, Vicenza e ancora Orvieto, Gaeta (con un duplice incontro, uno dei due dedicato alle scuole a cui hanno partecipato oltre 300 studenti), Latina e successivamente Palermo, Torino e Milano, il film parteciperà al Festival dei Tulipani di Seta Nera, domenica 8 maggio (ore 20.00) al The Space Moderno di piazza Esedra di Roma. Saranno presenti i registi Tommaso Valente e Christian Poli, i protagonisti del film Dora Casalino, Marino Mazzoni e Simone Mari e Giuseppe Dardes, Coordinatore della Community Housing First Italia e referente di Fio.PSD – Federazione Italiana Organismi per le Persone Senza Dimora, associazione che persegue finalità di solidarietà sociale nell’ambito della grave emarginazione adulta e delle persone senza dimora. Il Festival Internazionale della Cinematografia Sociale Tulipani di Seta Nera, è una manifestazione organizzata dall’associazione studentesca “Università Cerca Lavoro”, su idea di Paola Tassone. L’obiettivo del festival è quello di promuovere il lavoro cinematografico di giovani autori, che con le proprie opere e corti, raccontano, tramite le immagini, “non il semplice racconto di una diversità, ma l’essenza della diversità umana, sapendola soprattutto valorizzare”.Ma cos’è Housing First? “Housing First – Prima la casa” è un progetto di contrasto alla marginalità sociale gestito dal Consorzio di Cooperative Sociali Solco di Ravenna e finanziato, nei rispettivi territori, dal Comune di Ravenna, dall’Unione dei Comuni della Bassa Romagna e dall’Unione dei Comuni della Romagna faentina. L’approccio di “Housing first” nasce negli Stati Uniti tra gli anni ’50 e ’60 del secolo scorso. Il suo artefice, Sam Tsemberis, riteneva il diritto alla casa un diritto umano primario e che, una volta reso realmente esigibile, poteva rappresentare una solida base su cui realizzare percorsi di inclusione più vicini ai bisogni delle persone e di forte impatto sulla ricomposizione di biografie rese fragili dalle avversità esistenziali. Le moltissime esperienze realizzate un po’ ovunque hanno mostrato risultati decisamente positivi in termini di raggiungimento dell’autonomia, efficacia del trattamento psicosociale, riduzione delle dipendenze e reinserimento sociale e lavorativo.Il progetto di Ravenna e dei comuni dell’Unione della Romagna faentina e in quelli della Bassa Romagna si è avvalso di un équipe di 6 professionisti che ha aiutato, negli anni, più di 100 persone (in prevalenza di cittadinanza italiana e per lo più uomini) di età compresa tra i 50 e il 59 anni. “Un dato molto importante – segnala Antonio Buzzi, presidente del Consorzio Solco Ravenna – è che nel momento di ingresso nel programma il 58% dei partecipanti era senza lavoro, oggi la percentuale di non occupati è scesa al 22%”.