In occasione della proiezione del film di Gianfranco Pannone, “Via Argine 310”, presentato all’ultima Festa del Cinema di Roma, interverranno il regista Gianfranco Pannone, Ambrogio Sparagna, musicista ed etnomusicologo, e Marco Grossi, storico del cinema.
“Via Argine 310” segue, lungo dodici mesi la vicenda degli ex lavoratori Whirlpool di Napoli – Ponticelli, conclusasi pochi mesi fa con il licenziamento di 316 operai dopo la brusca chiusura del sito. Tre anni fa quegli stessi operai avevano tenacemente dato vita al presidio “Whirlpool – Napoli non molla” tuttora esistente, nell’ex dopolavoro, in quella Via Argine indirizzo storico che per decenni ha ospitato lo stabilimento della multinazionale americana della lavatrice.
Speranze, paure, desideri e tanta rabbia si distribuiscono lungo il film grazie alle testimonianze di alcuni degli operai mobilitati da ben tre anni. Le loro sono storie in bilico tra la legittima paura di perdere il posto fisso e le preoccupazioni per i propri figli nella città dove più che al-trove la precarietà è un dato reale. Attraverso lo specchio di Napoli, città di cui pochi conosco-no la storia industriale, il film racconta anche la crisi della centralità operaia nell’immaginario della società italiana e nell’orizzonte strategico delle forze politiche.
A storicizzare questa grave incertezza lavorativa alcuni brani tratti dal romanzo La dismissione di Ermanno Rea, letti da Alessandro Siani che era appena un ragazzo, quando suo padre, operaio specializzato all’Alfasud di Pomigliano, subì per lungo tempo la cassa integrazione.
“Ho realizzato ‘Via Argine 310 – dice Gianfranco Pannone – anche perché non mi piace l’idea che a Napoli si pensi esista solo l’aspirazione al posto fisso. È un falso mito, perché perdere uno stipendio a Napoli è ben più grave che a Milano è a Roma; è come tornare al punto di partenza del Gioco dell’oca, con l’aggravante di poter incontrare sulla propria strada la malavita organizzata. In questo stato di precarietà fisica e psicologica, gli operai del Presidio ‘Whirlpool Napoli non molla’ hanno avuto il coraggio di resistere alla tracotanza della multinazionale americana ed io sono molto lus-ingato di aver condiviso questo film documentario con loro. ” “Sento inoltre vicino l’orgoglio operaio grazie al nonno paterno, anche lui ex operaio all’Italsider di Bagnoli, che mi raccontava storie di pas-sione e di riscatto sociale in una città del Sud dalle mille contraddizioni”
Napoli è sempre stata una città operaia, ma in trent’anni alla storia industriale della città è stato imposto un deciso stop. Anche la prospettiva di un nuovo Consorzio industriale che prenda il posto della Whirlpool, restituendo ai suoi ex operai la dignità di un lavoro, si fa incerta.