Per il ciclo “Conversazioni di fotografia”, sabato 31 maggio dalle ore 19, presso la sede del WSP Photography in Via Costanzo Cloro 58 Roma, avremo il piacere di ospitare la fotografa Cinzia Canneri, che ci presenterà il lavoro “Women’s Bodies as Battlefields”, vincitore del World Press Photo, Long-Term Projects, Africa Region (2025).
In occasione dell’incontro saranno messe in vendita alcune foto della fotografa, il cui ricavato sarà devoluto all’Associazione tigrina “Hiwyet Charity” che supporta le donne vittime di violenza in Makelle.
La partecipazione è gratuita e aperta a tutti. In allegato la locandina dell’evento e alcune immagini vincitrici del premio. Di seguito maggiori informazioni sul progetto e sulla fotografa.
Per maggiori informazioni o per fissare un incontro:
Tel. +39 371 6900192
E-mail info@collettivowsp.org
Women’s Bodies as Battlefields
“Women’s Bodies as Battlefields” è un progetto che analizza l’uso sistematico della violenza sui corpi delle donne nei conflitti armati, dove lo stupro e gli abusi sessuali divengono strumenti di guerra.
Come sottolinea Christina Lamb (2021), le donne sono spesso vittime di forme specifiche di abusi, in particolare sessuali, che rientrano nella definizione di “violenza di genere”.
Sebbene anche gli uomini possano subire violenza, è la matrice di genere di queste sopraffazioni a rendere l’esperienza femminile profondamente diversa.
Il progetto si concentra sulle donne eritree e tigrine che hanno attraversato i confini di tre Paesi strettamente interconnessi dal punto di vista geopolitico: Eritrea, Etiopia e Sudan.
In questi contesti, le donne sono state ripetutamente sottoposte a violenze di genere e hanno vissuto le conseguenze di trasformazioni socio-politiche, conflitti etnici e contese territoriali, anche dopo la firma dell’accordo di pace tra Eritrea ed Etiopia nel 2019.
Nella fase iniziale, il lavoro ha documentato le storie delle donne eritree in fuga da uno dei regimi più repressivi al mondo, alla ricerca di rifugio in Etiopia tra il 2017 e il 2019.
Successivamente, con l’invasione del Tigray da parte dell’esercito federale etiope – appoggiato dalle forze eritree e dalle milizie amhara – il progetto si è esteso anche alle donne tigrine, anch’esse costrette alla fuga verso il Sudan.
Nel conflitto tigrino, l’esercito eritreo ha impiegato la violenza sessuale come arma di guerra: contro le donne eritree come punizione per essere fuggite dal Paese, contro le donne tigrine in un’ottica di pulizia etnica. I loro corpi sono diventati campi di battaglia senza schieramenti.
Il progetto dà voce al dolore, allo stigma e alla profonda vulnerabilità vissuta da queste donne, ma racconta anche la loro capacità di lotta e resistenza, la ricerca di giustizia e il desiderio di riprendere il controllo delle proprie vite.
Una donna, alla domanda “Perché mi racconti la storia che hai taciuto persino a tuo marito?”, ha risposto: “Per dare una parola a questa sofferenza.”
“Women’s Bodies as Battlefields” vuole essere proprio quella parola. Quella che il mondo occidentale ha finora scelto di ignorare.
Cinzia Canneri
Cinzia Canneri è una fotogiornalista italiana, laureata in psicologia. Ha studiato fotografia presso la Fondazione Studio Marangoni di Firenze e ha frequentato un masterclass in fotogiornalismo presso WSP Photography a Roma.
Canneri si è specializzata nella documentazione della condizione umana, dello sfruttamento, del cambiamento sociale, delle questioni di genere e dell’immigrazione. Ha lavorato a lungo nel Corno d’Africa, dove ha fotografato la condizione femminile da una prospettiva politica, sociale e culturale.
Il suo progetto “Women’s Bodies as Battlefields” ha ricevuto numerosi riconoscimenti, tra cui il World Press Photo, Long-Term Projects, Africa Region (2025), il Camille Lepage Award al Visa pour l’Image (2023), il Zeke Award for Documentary Photography del Social Documentary Network (2023), il Circle of Life Award al Festival Internazionale di Fotogiornalismo (2023) e il primo posto nella categoria Issue Reporting Stories al Pictures of the Year International (POYi) nel 2022.
Il suo lavoro è stato esposto in sedi prestigiose come il Palazzo Ducale di Genova e il Palazzo delle Esposizioni di Roma (2025), lo Xposure Festival a Sharjah, Emirati Arabi Uniti (2025), il Brooklyn Bridge Photoville Festival a New York, Stati Uniti (2023) e il Kawasaki Peace Museum a Kanagawa, Giappone (2022).
In precedenza, ha ricevuto un Award of Excellence nella categoria Science and Natural History Picture Story del POYi nel 2016 e il primo premio all’Umbria Fest in Italia nel 2019 per il progetto “Like Two Wings”.
I suoi lavori sono stati pubblicati su testate internazionali come The New York Times, The Washington Post, Afeten Posten, Days Japan, L’Obs, Aften Post, Internazionale, Mind, Millennium ed Espresso.
