Si terrà venerdì 23 maggio alle ore 17 presso l’Ateneo eCampus in via Matera 18, la conferenza L’Eritrea: da Colonia “primogenita” ad oggi e alla quale interverranno la Professoressa Maria Gabriella Pasqualini, il Professor Gianluigi Rossi, il Professor Silvio Berardi e lo storico militare Niccolò Lucarelli – intende ripercorrere le vicende di cui sopra, toccando anche la recente storia del Paese, che un pur tenue filo ha comunque mantenuto legato all’Italia. Come spiega il Principe Alessio Angelo Comneno, Presidente dell’Accademia, «abbiamo fortemente voluto organizzare questo ciclo di conferenze perché il colonialismo è ancora oggi un tema delicato, con molte ferite morali aperte; purtroppo la storia non si può cancellare, ma crediamo sia giusto prendere coscienza degli errori del passato per costruire un futuro di dialogo e vicinanza fra i popoli».
Con l’acquisto della Baia di Assab, in Eritrea, nel marzo del 1882, cominciava l’avventura coloniale italiana in Africa. All’Eritrea è appunto dedicata la terza conferenza del ciclo organizzato dall’Accademia Angelico Costantiniana di Lettere Arti e Scienze, allo scopo di ripercorrere vicende storiche ancora oggi non troppo note al grande pubblico, ma che invece hanno avuto un forte impatto sulla storia italiana recente, con echi anche in epoca repubblicana. Vicende che nascondo anche pagine buie, sulle quali è quanto mai opportuno riflettere in chiave di oggettività storica, senza revisionismi di sorta.
Acquistata la Baia di Assab dal governo (che subentrò alla Società Rubattino), nel 1885 cominciò la fase della conquista militare dell’Eritrea, in un momento in cui anche l’Italia umbertina – che stava faticosamente sviluppando la propria economia interna – volle, al pari delle altre potenze europee, ritagliarsi una zona d’influenza in Africa che le desse prestigio politico e l’opportunità di aprire nuovi mercati commerciali, nonché avviare programmi di sviluppo agricolo cui destinare manodopera italiana. Dopo cinque anni di guerra che videro anche il disastro di Dogali del gennaio 1887, nel 1890 veniva dichiarata la Colonia, che dopo le discrete amministrazioni di Martini, Salvago Raggi, Cerrina Feroni e De Camillis, che tracciarono i primi programmi agricoli e urbanistici, a partire dal 1923 l’Eritrea finì sotto il dominio fascista, che proseguì in maniera ancor più marcata sulla via della modernizzazione del Paese (in particolare l’Asmara divenne un laboratorio d’architettura d’avanguardia) ma varò anche una serie di misure che limitavano pesantemente i diritti degli indigeni, in nome della famigerata “difesa della razza”; venne anche proibito qualsiasi rapporto fra italiani ed eritrei, sancito con la legge del 1940 contro i meticci, che negava loro l’assimilazione agli italiani. Poi, nel gennaio del 1941, la Seconda guerra mondiale entrava in Eritrea, ed entro il marzo seguente il Regio Esercito perdeva definitivamente la colonia per mano delle truppe britanniche. Il dopoguerra ha visto l’Eritrea tornare a essere parte dell’Etiopia, dalla quale, dopo decenni di tensioni, si è resa indipendente nel 1993.
