Il nome Minturnae, secondo alcuni studiosi, si fa risalire a Minothauros dio cretese a causa della dominazione dei Greci sul Mediterraneo . Altra versione è che sia la contrazione dell’ebreo Menath-ur ( identico al Minotauro di Creta), isola vulcanica per eccellenza . Altri ancora, suppongono che sia di origine etrusca e derivi da Mintur (sole bruciante)
Il territorio comunale fu sede di un insediamento degli ausoni, che, per aver partecipato alla lega sannitica contro Roma (315 a.C.), fu ridotto a colonia CIVIUM ROMANORUM (216 a.C.). L’abitato prosperò durante il periodo imperiale e decadde a causa delle invasioni dei longobardi (VI secolo) e della progressiva avanzata delle paludi; i pochi superstiti fondarono sulle colline un nuovo abitato, che i papi munirono di mura difensive ma di cui non riuscirono a impedire il saccheggio e la devastazione da parte dei saraceni (883); in seguito passò agli ipati (duchi) di Gaeta (IX secolo) e successivamente ai normanni (XI secolo). Inclusa nei possedimenti dei Dell’Aquila, conti di Fondi e Traetto (XIII secolo), fu assegnata ai Caetani (1297), ai Colonna (1497) e ai Carafa della Spina, che l’acquistarono nel 1690. È stata denominata Traetto dal IX secolo fino al 1879, quando si è riappropriata dell’antico nome romano di MINTURNAE o MINTURNUS, di oscura etimologia.
da vedere:
- Il castello, voluto dal pontefice Leone III (795-816) e ampiamente rimaneggiato nei secoli XI e XV,
- La chiesa dell’Annunziata (XIV secolo)
- Chiesa di San Pietro, iniziata nel X secolo, con un bel campanile gotico a tre ordini di bifore e pregevoli opere cosmatesche all’interno, come il pergamo del 1260.
- I resti archeologici dell’antica città ausona e romana.