Una bella giornata all’insegna della promozione del piccolo commercio, della tutela dell’ambiente e della valorizzazione del territorio e dei suoi prodotti, quella che domenica ha visto in particolare come protagonisti gli esercenti e gli artigiani della comunità. Anche perché è stata la loro festa. Sì, la Festa del Piccolo commercio. Con l’occasione è stato peraltro conferito il riconoscimento di ‘Bottega storica della comunità’ a tutti quegli operatori e a tutte quelle attività con almeno cinquant’anni d’ininterrotto servizio. Considerato tra le specificità locali, il piccolo commercio rappresenta un presidio per contrastare il fenomeno dello spopolamento, che da tempo ormai affligge molti borghi e quartieri, e un elemento fondamentale per garantire e implementare coesione sociale, erogazione di servizi alla cittadinanza, occupazione e fonte di reddito. Per queste e altre motivazioni, il Consiglio comunale ha recentemente istituito il riconoscimento di ‘Bottega storica’ ai fini della tutela e della riqualificazione delle attività commerciali e artigianali, nel quadro di una complessiva valorizzazione del territorio di Corchiano e, più in generale, del Biodistretto della Via Amerina e delle Forre.
Tuttavia, prima del conferimento dei riconoscimenti, la giornata è stata caratterizzata da un momento informativo, curato da Antonio Di Stefano e Guido Gallelli di ‘Arcipelago Scec’, sul tema della valuta ovvero del Buono locale di scambio, che tanto interesse ha destato tra la platea. La valuta locale, strumento di scambio utilizzato su base volontaria e in modo alternativo o complementare alla moneta ufficiale, è pensata per facilitare a livello comunale le transazioni nell’ambito delle merci, dei beni e dei servizi. In particolare, attraverso la moneta locale, lo Scec, si vuole attribuire valore all’essere umano e alla sua co-munità, sempre più responsabile, inclusiva e democratica.
A seguire, tutti nel borgo e nelle forre, accompagnati da tre sensibili e preparate giovanissime ragazze di origini italiane, pachistane e romene, per conoscere, apprezzare e, perché no, riscoprire un luogo ricco di biodiversità, archeologia e memorie, non senza degustare un ottimo pasto lungo le sponde del Rio Fratta.