Sono 400 i custodi per le aree e i musei di Roma e Ostia, il 50% in meno rispetto al 1997. Chi è andato in pensione, non è mai stato sostituito.
A Roma arrivano, ogni anno, milioni di turisti da ogni parte del mondo per ammirare i capolavori che i musei della Capitale custodiscono; tuttavia, per i direttori dei musei statali capitolini, tenere aperte tutte le sale sta diventando un vero e proprio problema. Da tempo, infatti, la carenza di custodi che sorveglino le opere d’arte e che stiano attenti a quello che fanno i visitatori, sta costringendo i direttori a prendere la drastica decisione di chiudere alcune sale, soprattutto nei giorni festivi, perché non possono essere sorvegliate adeguatamente “ed è un peccato – spiega Anna Lo Bianco, direttore della Galleria nazionale di Arte antica di Palazzo Barberini a La Repubblica – visto che quelli sono anche i giorni in cui l’affluenza è più alta”.
Purtroppo questo non è l’unico caso, anche alle Terme di Diocleziano spesso si devono organizzare delle “ronde” perché il numero di custodi non è sufficiente per tutte le postazioni fisse.
Il problema viene anche sottolineato dai dati forniti dalla Soprintendenza speciale per i Beni archeologici di Roma, attualmente sono impiegati 400 custodi per tutte le aree e i musei di Roma e di Ostia, una cifra che corrisponde alla metà dell’organico previsto nel 1997, quando l’orario di apertura al pubblico dei poli museali era più ridotto rispetto a quelli attuale e molte sedi oggi visitabili erano ancora chiuse al pubblico.
Al momento l’emergenza si sta tamponando con i volontari e i custodi pagati in conto terzi in occasione delle mostre organizzate da privati, ma questa è soltanto una soluzione temporanea e il problema resta, si deve fare qualcosa perché tutti possano godere delle bellezze che custodiscono i musei romani.
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