A Roma si respira un’aria di rigenerazione: non solo per l’arrivo di un allenatore come Gian Piero Gasperini, ma anche per la rinascita personale di Lorenzo Pellegrini. Il centrocampista, che per cinque stagioni aveva indossato con orgoglio la fascia da capitano ma era dato per partente nell’estate 2025. E invece è rimasto, ha accettato terapie di adattamento tattico e ha ridisegnato la sua collocazione nel progetto tecnico del nuovo corso giallorosso. Il 21 settembre ha vestito i panni del protagonista assoluto nel derby capitolino, incidendo con il gol vittoria e facendo capire che la sua “seconda vita” è già cominciata.
Da capitano al rischio cessione, poi la rinascita
In vista della stagione 2025/2026, la Roma ha vissuto momenti di incertezza sul futuro di Pellegrini: trattative avviate per cederlo non mancarono, considerate le difficoltà nel collocarlo nel progetto tecnico. Il nuovo tecnico Gasperini ha adottato una regola chiara: la fascia va al giocatore con più presenze in maglia giallorossa, principio che ha spiazzato chi pensava che Pellegrini avrebbe continuato a guidare la squadra dal punto di vista simbolico.
Eppure quel distacco forzato non ha scalfito la volontà del calciatore di dare il tutto per tutto per la sua squadra del cuore. Già in passato Claudio Ranieri aveva provato a rivitalizzare il ragazzo per poi tornare lentamente inviso alla piazza. Un Pellegrini in più, però, fa comodo anche per elevare la credibilità della Roma ancora all’alba di un nuovo progetto tecnico: in estate non erano in molti a indicare la Roma tra le favorite del campionato, complice l’esperienza poco fortunata di Gasperini alla guida di un’altra big come l’Inter, ma per il momento i risultati stanno smentendo gli scettici e i giallorossi godono di maggiore considerazione tra addetti ai lavori, giornalisti, tifosi e anche semplici appassionati abituati a pronunciarsi in anticipo sugli esiti del campionato o scommettere live su una determinata squadra
Mentre i media si interrogavano sul ruolo da attribuirgli, Gasperini lavorava nello spogliatoio e in allenamento per ritrovare motivazioni e compatibilità tattica. Il tecnico non ha avuto dubbi nell’affidargli un nuovo incarico: “Per me è un centrocampista, non un attaccante”, ha dichiarato, anticipando la volontà di arretrarlo nei ranghi del centrocampo. Tale scelta doveva essere supportata da adeguati spostamenti in fase d’impostazione e da un nuovo equilibrio difensivo. (In precedenza era stato impiegato più avanzato, con mandate d’attacco)
La rinascita tattica
Nelle prime settimane della stagione, Pellegrini ha mostrato maggiore lucidità, letture migliori e senso della posizione, doti che si sposano bene con l’identikit del regista arretrato richiesto da Gasperini. La duttilità emerge come tratto distintivo: non più solo corsa e inserimenti, ma gestione del ritmo e protezione della difesa. Per molti è come se fosse un ritorno tattico alle origini, quando occupava questa posizione ai tempi del Sassuolo, oggi però con la maturità di chi conosce perfettamente il club e l’ambiente.
La conferma del suo rilancio è arrivata nel derby contro la Lazio: schierato tra i titolari, ha offerto equilibrio all’assetto tattico della Roma e ha deciso la partita con una zampata in area. Gol e prestazione che hanno meritato gli elogi del suo tecnico, il quale ha rimarcato come il rendimento e l’atteggiamento in settimana lo avessero reso una scelta naturale per il match. In quella gara Pellegrini ha indossato di nuovo la fascia, per la prima volta con il nuovo allenatore, suggellando il suo rilancio anche sotto il profilo simbolico. Ora Pellegrini è chiamato a confermarsi: dovrà dimostrare continuità di rendimento, adattabilità a ruoli diversi e forza da vero leader.











