La cannabis è una delle sostanze stupefacenti più usate al mondo. La sua massiccia diffusione è iniziata negli anni Sessanta quando veniva largamente usata anche dai gruppi di hippie e nessuna legge è più riuscita a fermarla. Ancora oggi, secondo un sondaggio del 2015, viene fumata, vaporizzata o ingerita da più di 183 milioni di adulti nel mondo.
Gli effetti dell’uso patologico di cannabis sulla salute umana sono molteplici e coinvolgono tutta la sfera sanitaria: da disturbi fisici a quelli psicologici sia a breve che a lungo termine. Inoltre, come ogni sostanza stupefacente, il suo uso può essere sia sintomo che causa di uno stato depressivo.
Effetti collaterali dell’uso di cannabis
Quando si dice cannabis, spesso si ignora il fatto che questa specie vegetale contiene almeno 750 diversi componenti chimici, e secondo gli esperti, ce ne sarebbero altri da scoprire. Alcuni di questi sono molto simili a sostanze presenti naturalmente nel corpo umano, ad esempio quella che regola le funzioni dell’appetito, della memoria e del dolore, mentre altri hanno un effetto psicotropo. Fra questi, il più noto è il THC che produce i sintomi più conosciuti correlati all’uso di cannabis, tra cui euforia, rilassamento e sedazione.
Gli effetti collaterali a breve termine sono ben noti e comprendono:
- riduzione dei riflessi;
- alterazione della percezione audio-visiva;
- riduzione della capacità di problem solving;
- aumento della frequenza cardiaca;
- psicosi e allucinazioni in caso di assunzione di dosi molto elevate.
Al contrario di questi, spesso vengono trascurati gli effetti a lungo termine che possono essere causati dall’uso continuativo di cannabis, tanto più se il consumo inizia durante l’adolescenza.
Ad esempio, è stato provato che l’abuso di cannabis può essere responsabile di stati di ansia e depressione fino ad arrivare ad essere preda di pensieri ossessivi riguardo al suicidio. Questa sintomatologia si presenta soprattutto se è già presente una malattia psichica, dove i sintomi appaiono quindi peggiorati in seguito all’assunzione di cannabis oppure il suo uso può anticiparne la comparsa in soggetti predisposti.
Cannabis e depressione
L’uso di sostanze stupefacenti, e quindi anche di cannabis, è spesso correlato alla depressione: a volte ne può essere la causa, altre potrebbe peggiorare uno stato preesistente.
Quando si parla di depressione non ci si riferisce a una brutta giornata o a un momento di tristezza transitoria, ma un vero e proprio stato continuativo in cui diventa un problema reale quello di non riuscire ad alzarsi dal letto la mattina, sentirsi costantemente in ansia, vuoti e privi di interesse per qualsiasi tipo di attività.
La cannabis, per un soggetto che soffre di depressione, può sembrare un rifugio sicuro in cui sperimentare qualche ora di stordimento o addirittura euforia, non pensando al fatto che queste sensazioni piacevoli sono transitorie e, quando finisce l’effetto della sostanza, la realtà tornerà a inghiottirlo. Si cade quindi in un circolo vizioso dove è sempre più pressante il bisogno di ricorrere a una sostanza per provare piacere o almeno sollievo, contribuendo sempre di più allo sviluppo di una dipendenza.
Quello appena descritto è un caso in cui l’uso della cannabis inizia a seguito di una depressione con lo scopo di alleviarne i sintomi. Ma può succedere anche il contrario, e cioè un soggetto non depresso che ha una dipendenza da cannabis e ne fa un uso continuativo e patologico può sviluppare sensi di colpa e vergogna, contrarre debiti e isolarsi: tutto questo può portarlo a sperimentare uno stato depressivo dal quale non riesce a tirarsi fuori da solo.
La terapia congiunta per l’uso di sostanze e depressione
Sia che la cannabis sia causa o sintomo di una depressione, è necessario prima di tutto rivolgersi a uno specialista che possa effettivamente diagnosticare uno stato depressivo e che poi suggerisca una terapia mirata che affronti entrambe le problematiche sia separatamente che insieme. Per affrontare in modo completo una situazione così complessa, è consigliabile rivolgersi a un centro specializzato sulla gestione delle tossicodipendenze come il Centro San Nicola.
Il Centro San Nicola dispone di un team di medici, infermieri, psicologi e counselor specializzati nel recupero dalle tossicodipendenze, che crea programmi ad hoc per ogni paziente, il quale viene seguito singolarmente nel rispetto delle sue esigenze e stimolato a mantenere alta la motivazione a riprendere in mano la sua vita.