Coronavirus, i sintomi precisi per riconoscerlo e distinguerlo da una qualsiasi influenza.
I sintomi del Coronavirus hanno manifestazioni iniziali simili all’influenza.
Ad oggi, in Italia, diverse persone risultano positive al Coronavirus ma la risposta del sistema immunitario non è uguale per tutti. I sintomi del Coronavirus, infatti, sono variabili e per identificare l’infezione e distinguerla dall’influenza serve un test diagnostico.
Il Coronavirus, o COVID-19 ha la caratteristica di presentare sintomatologie molto variabili.
Nell’80% dei casi la manifestazione clinica è simile all’influenza di varia intensità:
- naso chiuso o che cola
- tosse
- febbre elevata
- sintomi-corollario a livello respiratorio
- dolori muscolari e articolari
- senso di spossatezza.
Nel 15%, invece, la manifestazione diventa più pesante perché il virus, invece di rimanere confinato nelle prime vie respiratorie, si approfonda negli alveoli polmonari.
Qui determina la polmonite virale primaria, dalla quale poi conseguono quelle difficoltà respiratorie (distress respiratorio) che necessitano di un ricovero ospedaliero nel reparto di malattie infettive.
Nei casi più gravi, possono essere necessarie terapia intensiva e rianimazione.
SINTOMI DEL CORONAVIRUS
I fattori determinanti sono tre:
- la febbre che non passa,
- il respiro corto come se fossimo in apnea,
- la tosse stizzosa.
A questi poi vanno aggiunti sintomi minori.
La febbre non scende. Questo è un campanello di allarme decisivo nel caso lo stato febbrile perduri da più tempo e non scende al si sotto dei 37,5°C, anche in presenza di una terapia a base di antipiretici. La sintomatologia persiste dopo 48-72 ore dall’esordio: a questo punto, senza allarmismi, e senza andare inutilmente a ingolfare Pronto soccorso, è indispensabile consultare il proprio medico generale e fare tutti gli approfondimenti necessari o contattare il numero 1500.
Il respiro corto. Il coronavirus è un’infezione respiratoria a carico delle alte vie aeree (naso, seni paranasali, bocca, faringe e laringe. Quindi il virus attacca specifiche parti del nostro organismo. L’effetto dell’attacco, in una prima fase, è il respiro corto, come se fossimo in apnea, e un affanno facile da avvertire. Questi sintomi, sotto forma di affaticamento e mancanza di fiato, arrivano già nei primi 4-5 giorni dell’infezione. Quindi avete il tempo di fare qualcosa e parlarne innanzitutto con il vostro medico generale prima che scatti una seconda fase, molto più pericolosa e purtroppo frequente nell’espansione del coronavirus: un attacco ai polmoni, con diverse complicazioni fino alla polmonite, per la quale potreste avere bisogno di una speciale ventilazione. In pratica, il virus, per dirlo in linguaggio semplice, è sceso dalle vie respiratori alte, dove può fare pochi danni, a quelle basse, dove invece i danni possono essere gravissimi.
Tosse specifica. La tosse in seguito al coronavirus ha caratteristiche molto specifiche: è stizzosa, secca e insistente. Soltanto in seguito, e non sempre, diventa produttiva, ovvero con catarro. Tenetelo presente.
Sintomi minori. Una volta presi in considerazione i tre fattori attraverso i quali è possibile già nella fase iniziale riconoscere il coronavirus, è bene tenere presente, magari per completare il quadro clinico da fornire ai medici, alcuni sintomi minori. La loro presenza o meno non è rilevante. Ma va valutata, accanto a febbre, respiro e tosse. Per sintomi minori, nel caso del coronavirus, si intendono essenzialmente il mal di gola e il mal di testa, i brividi per tutto il corpo, nausea, vomito o diarrea.
Quando arrivano i segni del coronavirus. Il periodo dopo il quale siete già in grado di avere tutti gli elementi per valutare i rischi della vostra influenza o coronavirus è di 5-6 giorni. Molto prima, dunque, dei canonici 14 giorni entro i quali è possibile l’incubazione del virus.