“Ogni numero non può essere altro che monade”, aveva detto Cusano, ma poi la serie dei numeri è infinita. Uno e Infinito? Qui parte la riflessione di Giordano Bruno – corroborata dalla scoperta di Copernico che sostituiva al geocentrismo l’eliocentrismo scompaginando la cultura antropocentrica.
È questa la parte di Bruno nel Rinascimento, la rivoluzione che brillava nelle Arti, cambiando il valore delle immagini nella cultura. Cambiava anche la società rispondendo al mutamento introdotto dalle nuove armi che concedevano la vittoria non ai nobili cavalieri addestrati alle armi ed alla poesia, ma ai mercenari che in poco tempo si addestravano alle armi da fuoco.
Una nuova era: il Rinascimento ci somiglia in questo, cambia tutto troppo velocemente, si stenta ad affrontare il cambiamento con equilibrio. Per Bruno la Rivoluzione è quella Celeste, il Sole governa il cambio delle stagioni: questo sostiene la sua fiducia che sia possibile cambiare parlando con i Re e con i Sapienti.
Anche se si così si guadagnò il rogo, seppe vivere la battaglia delle idee con la giusta calma e meditazione, curando l’equilibrio tra passato e presente. Combatté il pensiero di Aristotele come l’astronomia di Tolomeo, ma conoscendoli bene e tanto a fondo da poterne dimostrare l’errore e guidare il progresso al ondo nuovo, in cui, sotterraneamente, fu sempre presente. Il suo esempio va imitato da questi nostri tempi sfiduciati e persi nel labirinto di una nuova era che scuote la solidità del mondo dell’uomo, la sfida del virtuale e dei robot. Perché Bruno seppe anticipare i tre secoli di pensiero avvenire, ma servendosi della tradizione, con grande equilibrio. Perché le rivoluzioni vanno intese come le intendeva lui, non come pensiamo noi, che dopo Robespierre e Marx diamo alla rivoluzione un colore di sangue che non è quello di Bruno. Per Bruno e Campanella la rivoluzione è quella della Terra intorno al Sole, che genera il passare delle stagioni e il perenne ritorno della Primavera.”
Clementina Gily Reda ha insegnato Estetica e Teoria dell’Immagine all’Università di Napoli Federico II dal 1975 al 2015, lasciando per operare direttamente nelle scuole e nei musei, con l’Osservatorio di Comunicazione Ortoformativa Multimediale (OSCOM) dove i suoi ex allievi lavorano alla formazione estetica nei campi resi possibili dagli attuali ordinamenti. Fino al 2000 la sua ricerca ha avuto un carattere decisamente filosofico, approfondendo autori e temi dell’ideal-storicismo in Italia e in Inghilterra; dal 2000 per la constatazione della carente formazione all’immagine (non tecnica né tecnologica) nel mondo d’oggi ha organizzato convegni internazionali sull’importanza dell’educazione all’immagine a scuola ed oltre.
Autrice di monografie su Guido de Ruggiero, Ugo Spirito, Remo Cantoni; di scritti su Collingwood, Croce, Gentile, Paci, Eleonora Pimentel Fonseca, Giordano Bruno; di saggi in riviste come “Filosofia”, “Giornale critico della filosofia italiana”, “Itinerari”, “Scheria”. La Gily è, inoltre, giornalista pubblicista ed ha collaborato a “Il Mattino”, “Corriere di Napoli”, “Nord e Sud”, “Roma”; ed attualmente è direttore della rivista “Bollettino flegreo” di Pozzuoli, e del quindicinale www.giornalewolf.it. Con la sua casa editrice OSCOM ha pubblicato il libro di Marc Luyckx Ghisi “ In cammino verso l’essere . Oltre la religione “
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