Due secoli a confronto, il Settecento e il Novecento, due modi completamente diversi di intendere la musica.
Nella prima parte troviamo il sempreverde Vivaldi, nel dinamico Concerto per archi in Sol minore e nel doppio concerto per violino, violoncello e archi in Sib maggiore.
Il terzo brano della prima parte è uno dei lasciti più emozionanti del 18° secolo: “Il Pianto di Arianna” di Pietro Antonio Locatelli (1695 – 1764), grande violinista, che molti considerano l’anello di congiunzione tra lo stile barocco e le invenzioni mozzafiato di Paganini. In questo “pianto” Locatelli abbandona qualsiasi intento virtuosistico per dipingere il dolore di Arianna abbandonata da Teseo sull’isola di Nasso.
Il Novecento ci presenta Franz Lehàr, il compositore della Vedova Allegra, in un brano ispirato dalla musica della tradizione ungherese, la “Fantasia Ungherese” per violino e orchestra.
A chiudere uno dei pezzi più amati del repertorio per archi, la “St. Paul’s Suite di Gustav Holst, anch’essa echeggiante la musica popolare inglese, con la citazione nell’ultimo movimento della celebre melodia medievale “Greensleeves”.
INGRESSO LIBERO.