Una donna si confronta con i demoni del suo passato e gli uomini del suo presente. Serena interpretata da un’intensa Giorgia Serrao è una creatura fragile che si nasconde in un’armatura di donna in carriera, trascorre la sua esistenza in bilico tra due uomini, in bilico tra ciò che vorrebbe essere e ciò che gli altri si aspettano che lei sia. Da una parte la donna soggiogata da Nicola che la sottomette al suo edonismo, e dall’altra la figura di una donna autoritaria che schiaccia il suo assistente, Pietro Una piccola antilope tramutata in animale feroce. Purtroppo per lei, il filo su cui si destreggia si spezzerà, e quello che sembrava uno scherzo innocente si trasformerà in un gioco al massacro. La violenza di genere, gli stereotipi, le apparenze che ci nascondo agli occhi del mondo, la violenza, il giudizio suggeriscono che il confine tra l’essere vittima o carnefice, a volte, può essere molto labile.
Note di regia
Un luogo non definito e senza tempo, questa è l’ambientazione nella quale Serena, la protagonista di “Nata di giovedì” scritto da Mikaela Dema, si muove e conduce il pubblico nella sua storia, quasi ad accompagnarlo nella sua mente. In questo riallestimento dello spettacolo abbiamo deciso di spogliare la messa in scena di tutto ciò che potesse essere descrittivo, per concentrarci sulla potenza della parola e dell’interpretazione attoriale.
Sfruttando la vicinanza della platea del Teatrosophia con lo spazio scenico, stiamo guidando Giorgia verso una recitazione minimale. Tutto è assolutamente rivolto all’essenziale. Gli elementi in scena sono pochissimi. Il disegno luci è lo strumento principale per accompagnare la narrazione. Uno spazio vuoto, un’attrice ed il pubblico, questo è tutto quello di cui necessitiamo per “Nata di giovedì”. Massimiliano Auci e Giovanna Cappuccio
Dopo lo spettacolo, il consueto aperitivo offerto da Teatrosophia