A 450 anni dall’adozione degli Statuti del Comune di Priverno, il 3 aprile 2023, alle ore 17,00, nella Sala delle Cerimonie del Palazzo Comunale, sarà presentata l’Edizione con traduzione a fronte pagina, in lingua italiana, curata da Don Giuseppe De Nardis.
Lo Statuto di Priverno fu approvato il 3 aprile 1573 con l’apposizione del sigillo dell’anello del Pescatore (sub anulo Piscatoris) nel lungo pontificato di Papa Gregorio XIII.
Il testo fu rogato il 27 dicembre del 1578 dal notaio privernate Cinzio Pennazzolo ed è questo che è stato studiato e tradotto da Don Giuseppe De Nardis.
Poi, però, del testo degli Statuti se ne perde la memoria, fino al 25 luglio del 1843, quando, attraverso una donazione, tornò in possesso della Comunità di Priverno.
Gli Statuti medievali erano raccolte di regole giuridiche che disciplinavano i molteplici aspetti della vita quotidiana, sia nell’ambito pubblico che privato.
Come sottolinea Don Giuseppe De Nardis, “lo Statuto ci offre la possibilità di conoscere anche lo sforzo fatto dai nostri antenati per aggiornare delle norme rivelatisi non più idonee per la vita presente, ed in questo modo organizzavano la vita futura della Comunità”.
L’idea di tradurre in italiano l’antico volume per renderlo accessibile a tutti, nacque durante l’Amministrazione di Mario Renzi. Ne furono sostenitori, oltre al Sindaco, al Vicesindaco e al Consiglio comunale, Camillo De Nardis e Salvatore Capirci, allora dipendenti, rispettivamente, dell’Ufficio Tecnico e dell’Ufficio Cultura.
L’intero tomo degli Statuti di Priverno è suddiviso in cinque libri, cioè grandi capitoli che, al loro interno, si compongono di una serie di articoli, ognuno dei quali affronta singoli aspetti delle Istituzioni e della vita della comunità.
Ogni articolo dei cinque libri che compongono quanto regolato dallo Statuto, inizia sempre con STABILIAMO ED ORDINIAMO: non solo la norma viene enunciata, ma si impone anche di rispettarla, e a volte, si prescrive la pena.
L’art.194, ad esempio, si occupa di Coloro che danneggiano i “melangoli” esistenti nella Piazza del Comune e, stabilisce che: “se qualcuno avrà raccolto o guastato dei melangoli che sono pendenti dagli alberi della Piazza del Comune, sia punito con una pena di 10 carlini, da pagare sul fatto, per ogni frutto colto, ma sia lecito ad un malato e ad una donna incinta coglierne, o farne cogliere, senza alcuna pena una o due per loro uso, tuttavia con licenza del Signor Residente”.
Oggi, l’Amministrazione Bilancia porta a termine quest’opera a beneficio della Comunità privernate e della sua memoria storica.
Durante la presentazione, dopo i saluti istituzionali del Sindaco e dell’Assessore alla cultura, interverranno, un rappresentante dell’Amministrazione promotrice, Mariano Vellucci, la storica Isabella De Renzi, l’autore Don Giuseppe De Nardis, il grafico Cesare Pigliacelli e Salvatore Capirci con il compito di moderare l’incontro.
Ad impreziosire la Sala delle Cerimonie , con la loro “nobile” presenza, i figuranti del Palio del Tributo, a rievocare un periodo storico, quello del Rinascimento, che certamente vide Priverno tra i suoi protagonisti.