Tre sono i fenomeni carsici meglio conosciuti: le grotte, le doline ed i campi carsici. Le grotte, se turisticamente accessibili, possiedono un potere d’attrazione straordinario, specialmente se ricche di stalattiti e stalagmiti, laghetti e corsi di acque sotterranei. Le doline sono generate, in genere, dal crollo del soffitto di una cavità sotterranea che si manifesta in superficie sotto forma di un avvallamento più o meno circolare; famose sono le doline delle Alpi Carsiche, anche perché furono trincee naturali presenti sui campi di battaglia della prima guerra mondiale.
I campi carsici rappresentano paesaggi geologicamente più complessi, dove sono presenti spesso fenomeni diversi quali: gli inghiottitoi, le doline, gli Hum ed i campi carreggiati e montonati. Campo Soriano (o Camposoriano) – località sita a circa otto chilometri nell’interland di Terracina – è un campo carsico dove questi fenomeni sono quasi tutti presenti in maniera spettacolare.
I più recenti studi tettonici che hanno preso in esame la struttura geomorfologica di Campo Soriano provano che la valle posta a metri 361 s. l. m. occupa l’area di un antico polije.
La valle sarebbe quindi il risultato di una complessa evoluzione interessata sia da fenomeni tettonici, sia da oscillazioni climatiche che potremmo individuare quattro fasi:
- La frattura tettonica che separò Monte Romano da Monte Cavallo Bianco, potrebbe essersi generata intorno a 27 milioni di anni fa. In questo periodo vasti movimenti orografici di assestamento interessarono tutto il complesso della catena Appenninica e la stessa fascia costiera.
- Vari periodi glaciali, anche in era quaternaria, modellarono la valle dandole un profilo ad U molto allargato ed ammassarono su lfondo rocce e detriti. L’ultima glaciazione, quella di Würm, il cui apice freddo fu raggiunto 60 / 50 mila anni fa, dovette presentare la valle ricoperta di ghiacci, anche in estate.
- Man mano che la glaciazione allentava la sua morsa (ad iniziare da 30 mila anni fa) il ghiaccio si scioglieva in superficie, ma sul fondo restava una crosta gelida che rendeva impermeabile il terreno (permafrost), sicché per migliaia di anni la valle acquistò la fisionomia di un lago da cui affioravano, come dei faraglioni, le rocce più alte.
- Furono proprio le acque di questo lago a modellare definitivamente le rocce che prima il ghiacciaio aveva trascinato e levigato. Quando il clima (circa 10 mila anni fa) si stabilizzò su livelli attuali, il fondo ghiacciato si sciolse e le acque si dispersero attraverso gli inghiottitoi ed il fitto reticolo di fessurazioni che consentono alle acque di raggiungere la falda idrica attuale.
La legge regionale del 27 aprile 1985, n. 56 stabilisce: “Conservazione e tutela delle bellezze naturali e paesaggistiche del territorio nei comuni di Sonnino e Terracina, denominato Campo Soriano”.La cartografia allegata alla legge ne definisce la perimetrazione .
LA CATTEDRALE
Con questo nome è conosciutol’Hum più imponente che, quasi al centro del campo carsico, può essere assunto come logo dell’intera area. Localmente la grande roccia è denominata Rava di San Domenico. La legge bloccò l’attività estrattiva prima che questo monumento della natura fosse cancellato.
L’attività antropica, prima dell’inizio dell’attività estrattiva, non era mai entrata in contrasto con la natura, anzi, gli abitanti del luogo avevano ricavato il loro spazio vitale tra le rocce rispettandone la presenza anche quando dovevano trovare spazio per le loro coltivazioni.
Per centinaia di anni le aree pianeggianti furono destinate ai seminativi: grano, orzo, lino… ‘E solo da qualche anno che una grande azienda vitivinicola ha destinato a vigneto gran parte del fondovalle. Moscato, trebbiano, merlot e cesanese costituiscono le uve più diffuse.
Per antica tradizione la vite veniva maritata all’olmo: ci si serviva cioè dell’albero come sostegno. Qui si andò oltre, la vite trovava riparo ai piedi della roccia, ne sfruttava il riverbero del sole ed il particolare microclima. Le rocce a cui la vite si appoggia diventa bianca e priva di licheni, irrorata com’è periodicamente dal solfato di rame.
Ma forse questo di paesaggio è molto più attraente grazie al lavoro dell’uomo: il suolo cambia colore con il variare delle stagioni ed il transito tra le rocce è tenuto sgombro da rovi ed altre piante spinose. Nei luoghi dove questo lavoro manca la passeggiata può trasformarsi in un incubo.
Ogni roccia un microambiente. Ogni rupe va osservata come un unicum per la forma, per i segni lasciati dai ghiacci, dalle acque e dal vento durante i trascorsi millenni. La vegetazione, spesso selezionata dall’uomo, risente di tutto questo e può riservare piacevoli sorprese botaniche oltre che estetiche.
Le piccole cavità spesso sono state utilizzate come ripari occasionali da pastori ed agricoltori, o in modo permanente, per animali domestici. Specialmente quando, esse avevano un andamento orizzontale ed erano abbastanza accessibili.
Inghiottitoi. Sono queste cavità ad andamento verticale, attraverso i quali vengono smaltite le acque di fondovalle. Il più noto degli inghiottitoi localmente è chiamato “ Zi’ Checca” speleologicamente praticabile fino a circa 80 metri. Purtroppo, in assenza di controllo, fu usato in passato come discarica.
Spesso alcune cavità, con minimi interventi da parte delle popolazioni locali, sono state adattate a cisterne d’acqua per le esigenze legate sia alla pastorizia che all’attività agricola. Insieme ai terrazzamenti costituiscono sapienti lavor per regolare i flussi idrici superficiali.
Segni sulle rocce. Molto comuni e conosciuti sono i segni, in genere verticali, che si trovano sulle rocce, sembrano quasi tracce lasciate da ruote di carri.
I geologi, con vocabolo tedesco li chiamanoKarren, ma questi segni orizzontali non sono forse solchi di battigia fossili lasciati dall’antico lago?
Indirizzo: Via di Campo Soriano – Terracina (LT)
Accesso libero!