Sarà presentato giovedì 28 novembre 2019, alle ore 11,00, il progetto “Restauro Aperto” del dipinto su tela che orna l’altare maggiore della chiesa parrocchiale della Ss. Annunziata di Casperia (RI). L’intervento si pone nell’ambito della programmazione ordinaria dell’attività di tutela della Soprintendenza Archeologia, Belle arti e Paesaggio per le province di Frosinone, Latina e Rieti, diretta dalla dott.ssa Paola Refice, che ha predisposto una serie di restauri finalizzati al recupero di beni culturali mobili collocati nel territorio di sua competenza.
L’opera, attestata nell’attuale collocazione fin dal tardo 1600, ritrae l’episodio evangelico dell’Annunciazione ed è stata realizzata da Giovan Battista Salvi detto il Sassoferrato, artista marchigiano attivo a Roma nei decenni centrali del XVII secolo. Non è la prima volta che il Sassoferrato dipinge questo soggetto, ma la tela di Casperia si distingue per l’estrema raffinatezza della gamma cromatica utilizzata e per le diverse tonalità che creano nella scena assonanze e contrasti.
L’Annunciazione sembra segnare uno dei momenti più alti della carriera del pittore, consapevolmente svincolato nelle scelte formali dai suoi contemporanei, pur rimanendo protagonista di primo piano del clima culturale e artistico della Roma del Seicento. Vittima di un incendio che ne consuma ampie porzioni, mirabilmente integrata da un intervento di restauro che ricostruisce le parti mancanti, infine protagonista nel 1957, sotto la direzione Mortari, della emblematica Mostra delle opere d’arte in Sabina dal Medioevo al XVII secolo, l’Annunciazione del Salvi è giunta a noi arricchita anche di nuove problematiche conservative. La vividezza dei timbri pittorici originali è oggi offuscata da sedimenti atmosferici accumulatisi negli ultimi decenni, accompagnati da alterazioni cromatiche a danno delle vernici impiegate nei restauri precedenti.
A questi interventi sono anche da ascrivere numerosi ritocchi, evidenti soprattutto sulle campiture più preziose, come il blu della veste della Vergine, o nelle superfici uniformi dei fondi. Questa preziosa testimonianza artistica si è immediatamente evidenziata come candidato eccellente per una nuova campagna di interventi conservativi mirati non solo alla riscoperta dei suoi valori estetici, ma anche alla conoscenza più profonda della materia di cui è composta. Il forte senso di identità che lega l’opera alla chiesa della Ss. Annunziata e il coinvolgimento emotivo che la comunità asprese le ha rivolto in più di un’occasione – arrivando anche a seguirla in “trasferta” quando è stata esposta in occasione della mostra La devota bellezza.
Il Sassoferrato tenutasi nell’omonima cittadina marchigiana di cui è originario l’artista – ad aver incoraggiato l’idea di non muoverla dalla sua collocazione durante i lavori di restauro. L’iniziativa si è anzi spinta oltre con l’intenzione di coinvolgere i visitatori in uno dei momenti più cruciali della vita di un manufatto artistico, così da estendere la valorizzazione e la fruizione anche al suo percorso conservativo, generalmente condotto a porte chiuse. Proprio per questo l’opera sarà accessibile nei prossimi mesi, in forma compatibile con la tutela, al pubblico che si recherà nella chiesa della Ss. Annunziata, seguendo dal vivo le fasi di recupero.