fino al 22 febbraio 2019
In tre appuntamenti ogni due settimane l’associazione Ex Lavanderia propone il film “Human” di Yann Arthus-Bertrand per concludere la rassegna D’amore si vive. Nel corso di due anni il regista insieme alla sua troupe ha realizzato 2.020 interviste in 60 Paesi dando voce a chi spesso non ne ha. Ha alternato le interviste con immagini aeree del Pianeta in cui Umanità e Natura si fondono in visioni di forte impatto. Le domande che gli intervistatori potevano essere: Si sente libero? Qual è il significato della vita? Qual è stata la prova più difficile che ha dovuto affrontare e che cosa ha imparato da essa? Qual è il suo messaggio per gli abitanti del pianeta?
PROGRAMMA:
- 25 gen. “Human” pt. 1 – 2015/Y. Arthus-Bertrand
- 8 febb. “Human” pt. 2 – 2015/Y. Arthus-Bertrand
- 22 febb. “Human” pt. 3 – 2015/Y. Arthus-Bertrand
Non è facile dare voce, senza cadere nella retorica più abusata, ai sentimenti più intimi di persone che si sanno inquadrate in primo piano e, soprattutto, non è facile trarne un’opera imponente che attiri l’attenzione di spettatori che di giorno in giorno sembrano essere sempre più desiderosi di messaggi brevi che vadano diretti al bersaglio. La scommessa di Arthus-Bertrand poteva sembrare sulla carta improba e invece è proprio la straordinaria capacità di sintesi che ne fa un’opera straordinaria che merita una straordinaria attenzione. Povertà, guerra, violenza privata, omofobia e innumerevoli altre condizioni umane vengono affrontate da coloro che accettano di mettere in comune il proprio pensiero e le proprie culture con interventi brevi ma tutti efficaci. A partire dal primo in cui il soggetto intervistato spiega come da un delitto efferato possa nascere una nuova consapevolezza sul significato dell’amore.
Il pregio più evidente dell’operazione è quello di riuscire a ricordarci che gli esseri umani possono essere molto di più che ‘individui’. Basta considerarli come persone. È quanto Arthus-Bertrand sa fare. Come ci ricorda: “Sono un uomo fra sette miliardi di altri uomini. Negli ultimi 40 anni ho fotografato il nostro pianeta e la diversità umana, e ho l’impressione che l’umanità non stia facendo alcun progresso. Non sempre riusciamo a vivere insieme. Perché? Non ho cercato una risposta nelle statistiche o nelle analisi, ma nell’uomo stesso. Nei visi, negli sguardi e nelle parole trovo un potente mezzo per arrivare alle profondità dell’animo umano. Ad ogni incontro, ci si avvicina di un passo. Ogni storia è unica. Nell’esplorare le esperienze dell’Altro, ero in cerca di comprensione”.
Dinanzi alla domanda su che senso abbia la vita uno degli intervistati inizialmente si ritrae e poi trova una sintesi perfetta: “Far sì che il messaggio che ognuno di noi bambino porta in sé arrivi all’adulto che diverrà senza disperdersi”. È solo una delle innumerevoli occasioni di riflessione che il film offre.
La rassegna che prende il nome dal film di Silvano Agosti “D’amore si vive” è stata inaugurata il 16 novembre dal film documentario “Un Paese di Calabria” che vede protagonista il sindaco di Riace Mimmo Lucano, i suoi concittadini ed un modello d’accoglienza. Il sindaco di Riace che da diversi anni si impegna non solo per la convivenza pacifica ma anche per il sostegno reciproco tra i popoli, oggi costretto all’esilio, offre una importante testimonianza d’amore per il suo paese.