Sagra delle Sagne Strasciate, Paganico Sabino (RI) presenta il suo piatto più famoso
La storia di un borgo va in tavola con la Sagra delle Sagne Strasciate.
Da più di 30 anni Paganico Sabino, antico paese sulle rive del Lago del Turano, chiama a raccolta gli amanti delle tradizioni di una volta intorno al proprio piatto più rappresentativo. L’appuntamento è fissato domenica 30 luglio per scoprire questa specialità, che ancora oggi viene preparata con l’amore e la cura di sempre: si realizza a mano una sfoglia con farina, acqua e uova che viene strappata in piccoli lembi, cotti e conditi con i prelibati funghi porcini raccolti nei boschi della zona.
Il risultato è una vera e propria prelibatezza da gustare a partire dalle 12.30, insieme a un secondo a sorpresa con contorno e al vino rosso locale, presso il Centro Diurno con posti coperti da capienti tensostrutture.
Nel paese di 200 abitanti in provincia di Rieti dove il tempo sembra essersi fermato, è in programma un’intera giornata di festa che partirà alle 11 con le esposizioni all’insegna della storia, della cultura e delle tradizioni del posto: “La scuola a Paganico”, “Arredi sacri e Attrezzi della civiltà contadina” e “170° anniversario della Repubblica Romana”. Stand con i prodotti tipici del territorio e curiosità di vario genere saranno allestiti nelle vie del borgo e, dopo il pranzo a base di sagne strasciate, si andrà avanti fino a tarda sera con arrosticini, birra e musica dal vivo. Il tutto nel rispetto della natura, perché gli organizzatori daranno vita a un evento totalmente plastic free!
A disposizione dei visitatori ci sarà anche un servizio gratuito di bus navetta, e chi vorrà trascorrere qualche ora in più da queste parti potrà visitare la Chiesa dell’Annunziata – che conserva splendidi affreschi Cinquecenteschi -, la trecentesca Chiesa di San Nicola, il Belvedere della Rocca e i vicoli e le piazzette ben curate del centro storico. Il paese è strettamente legato al Lago del Turano – creato artificialmente nel 1939 con una diga sull’omonimo fiume e collegato al Lago del Salto da una galleria – ed è immerso in uno dei territori più genuini e incontaminati del Lazio. Qui sorge anche la particolare “Pietra Scritta”, il monumento funerario della famiglia dei Muttini risalente alla seconda metà del I secolo a.C.: si tratta di un monumento funerario “a dado”, realizzato modellando un masso erratico esistente sul posto e che si era probabilmente distaccato dall’incombente monte Cervia.