Questo progetto si sviluppa metaforicamente e concretamente su diversi piani di incontro: è l’in- contro tra due protagonisti della storia cilena degli anni ’60 e ’70, Joan Turner, una danzatrice coreografa di origine inglese e Il cantautore Victor Jara, suo compagno di vita; è la relazione tra “Il Tavolo verde” di Kurt Jooss, coreografia che narra gli orrori della guerra e il golpe di Pinochet; è l’incontro tra un attore e una danzatrice; è l’urgenza di voler di far conoscere questo momento sto- rico fondamentale non solo per il Cile ma per la coscienza di tutti, attraverso la memoria di Joan. Una scommessa di scambio di ruoli che dà vita ad un linguaggio sperimentale in cui danza e teatro dialogano nell’intento di creare ponti tra la storia e il presente, attraverso la creazione di un clima di tensione tragicomica che contraddistingue anche l’epoca in cui viviamo.
Lo spettacolo è una nuova produzione della compagnia Odemà e dell’Associazione Mowlab/Il Filo di Paglia, prodotta con il contributo del Teatro della Contraddizione.
Un percorso artistico che si sviluppa veramente in forma ibrida, un incontro tra una danzatrice e coreografa ed un regista e attore che si prendono un tempo lungo per far incontrare e dialogare le loro discipline, fondendole in un linguaggio essenziale.
“Perché io sono danzatrice e coreografa e Davide un attore, regista, drammaturgo; perché Joan è una danzatrice, coreografa e Victor un attore, cantante, regista e drammaturgo. Una affinità di intenzione che esula da un linguaggio riconosciuto e convenzionale, una vera e propria ricerca”. Una scommessa di chi fa cosa tra danza e teatro d’attore, cercando di unirsi nell’intento non solo di narrare ma di vivere e far vivere soprattutto momenti profondi, drammatici e leggeri allo stesso tempo. Come dice Victor in una delle sue canzoni: la vita è eterna in 5 minuti.
Questo percorso di ricerca riduce l’uso della parola all’essenziale e lascia che sia il gesto a raccontare e sviluppare la trama di una storia coinvolgente, ed è proprio qui che danza e recitazione trovano il loro punto di incontro.
Abbiamo scelto di lavorare con le maschere, per ricreare l’originalità de Il Tavolo Verde di Jooss, pioniere della danza essenziale e restituire, grottesca e terrificante, la disumanizzazione di chi gestisce il potere.
La nostra ricerca si propone di legare insieme in uno stesso contesto e contenuto l’azione teatrale e la danza. La nuova danza, nata ormai da oltre un secolo, rimane per molti versi ancora sconosciuta, ma una cosa è oramai ad essa riconosciuta: ha la capacità di fare vedere l’Invisibile, un’esperienza reale che si offre attraverso un’esperienza immaginaria.
“La danza dev’essere innanzitutto teatro, rappresentazione delle verità più profonde di un’epoca; e a questo scopo qualsiasi movimento, qualsiasi sequenza di danza non può nascere se non con un senso teatrale preciso e profondamente significante, escludendo a priori ogni stratagemma calligrafico o formalistico.”
Kurt Jooss