«Genesi» è l’ultimo grande lavoro di Salgado, il più importante fotografo documentarista del nostro tempo: uno sguardo appassionato, teso a sottolineare la necessità di salvaguardare il nostro pianeta, di cambiare il nostro stile di vita, di assumere nuovi comportamenti più rispettosi della natura e di quanto ci circonda, di conquistare una nuova armonia. Il mondo come era, il mondo come è. La terra come risorsa magnifica da contemplare, conoscere, amare. Questo è lo scopo e il valore dell’ultimo straordinario progetto del maestro brasiliano.
In mostra oltre 200 fotografie eccezionali: dalle foreste tropicali dell’Amazzonia, del Congo, dell’Indonesia e della Nuova Guinea ai ghiacciai dell’Antartide, dalla taiga dell’Alaska ai deserti dell’America e dell’Africa, fino ad arrivare alle montagne dell’America, del Cile e della Siberia.
Un viaggio fotografico nei cinque continenti per documentare, con immagini in un bianco e nero di grande incanto, la rara bellezza del nostro principale patrimonio, unico e prezioso: il nostro pianeta.
La mostra è suddivisa in cinque sezioni che ricalcano le zone geografiche in cui Salgado ha realizzato le fotografie: Il Pianeta Sud, I Santuari della Natura, l’Africa, Il grande Nord, l’Amazzonia e il Pantanàl. La mostra presenta una serie di grandiose fotografie di paesaggio realizzate con l’obiettivo di immortalare un mondo in cui natura, animali ed esseri viventi vivono ancora in equilibrio con l’ambiente.
Un’altra parte del lavoro mette insieme le immagini che ritraggono animali, impressi nell’obiettivo attraverso un lungo lavoro di immedesimazione con i loro habitat naturali. Il fotografo ha infatti vissuto nelle Galapagos tra tartarughe giganti, iguana e leoni marini. Ha viaggiato tra le zebre e gli altri animali selvatici che attraversano il Kenya e la Tanzania, rispondendo al richiamo annuale della natura alla migrazione.
In mostra anche gli scatti che mostrano diverse varietà incontaminate di popolazioni indigene: gli Yanomami e i Cayapó dell’Amazzonia brasiliana; i Pigmei delle foreste equatoriali del Congo settentrionale; i Boscimani del deserto del Kalahari in Sudafrica; le tribù Himba del deserto namibico; le tribù delle più remote foreste della Nuova Guinea. Salgado ha trascorso diversi mesi con ognuno di questi gruppi indigeni per raccogliere una serie di scatti che mostrassero popolazioni in totale armonia con gli elementi, con le piante native e con gli animali selvatici.
Un viaggio unico alla scoperta del nostro ambiente, l’ultimo progetto di Salgado rappresenta il tentativo, perfettamente riuscito, di realizzare una sorta di grande antropologia planetaria. Ma è anche un grido di allarme per il nostro pianeta e un monito affinché si cerchi di preservare questo mondo ancora incontaminato, per far sì che nel tempo che viviamo, sviluppo non sia sinonimo di distruzione.