La notizia sicuramente dispiacerà ai tanti buongustai che ogni anno si ritrovano a Borbona per degustare il legume, ma conferma un dato di fatto: la scarsissima produzione di quest’anno , dovuta alla siccità e all’intenso caldo estivo che non hanno permesso al fiore di trasformarsi in baccello, ha portato a prendere la decisione di annullare la 32° Sagra del Fagiolo borbontino. La Giunta Comunale ed il direttivo della Pro Loco, riunitisi nell’Aula Consiliare del Comune, pur coscienti che interrompere per un anno questo importante appuntamento potrebbe significare perdere in parte il tanto lavoro fatto in questi anni, hanno ritenuto onesto e doveroso dare un forte segnale sulla unicità del prodotto che, per le particolari caratteristiche di naturalità assoluta (non cresce se concimato, si rovina se innaffiato), nel 2012 ha subito un vero e proprio crollo di produzione. Inoltre, afferma il Presidente della Pro Loco, associazione che da sempre tutela il prodotto diffidando tutti coloro che abusano del nome, «è evidente che, dopo questa comunicazione, nessun fagiolo commercializzato come “fagiolo borbontino” sarà originale, se non per piccole quantità vendute esclusivamente nel territorio del Comune». La risoluzione è stata sofferta, ma vuole rappresentare un segnale forte, sottolinea il Sindaco: «In un momento in cui vengono contestate le sagre da parte di molti ristoratori, questa decisione deve, non solo sottolineare la correttezza nei confronti di tutti coloro che vanno alla ricerca del prodotto tipico locale, ma anche quanto sia necessario offrire un’alta qualità al fine di ottenere la giusta attrazione turistica; di come sia importante concentrare l’offerta gastronomica su quanto il nostro ricco territorio è in grado di produrre; di come con i fatti bisogna essere in grado di fare scelte, seppure alle volte difficili. Non è possibile contestare le sagre e poi non trovare nei ristoranti i prodotti tipici; non è possibile non impegnarsi per reinvestire i soldi sul territorio; non parlo solo di fagioli, ma io non ho mai trovato nei ristoranti della zona carne, pecorino e ricotta locali, castagne di Antrodoco, olio e frutta della Sabina: una botta al cerchio e una alla doga». Insomma il Comune di Borbona e la Pro Loco sono dispiaciuti di non poter offrire in questo ottobre la loro migliore prelibatezza, che, comunque, è disponibile in vendita in quantità limitata da alcuni produttori locali e presso la sede della Pro Loco, ma la pensano come Oscar Wilde «non riesco a sopportare quelli che non prendono seriemente il cibo».