Sabato 29 giugno alle 21 sul palco di Piazza del Gesù per JazzUp@Caffeina saliranno sul palco gli Organicanto & Progetto Danza DNA con Canti e suoni tra la Via Traiana Nuova e la Cassia Antica. Special guest della serata il tamburellista salentino Antonio Goduto. Prosegue un’’attenta ricerca tra i meandri della musica, della creatività, della tradizione popolare è la cifra distintiva del JazzUp che quest’anno apre le proprie porte agli Organicanto, il gruppo di musica popolare nato in un territorio compreso tra Umbria, Lazio e Toscana, tagliato e attraversato da sempre da influssi e storie di ogni tipo e di ogni provenienza. Organicanto è riscoperta di una tradizione perduta nei tempi e lentamente rispolverata.
In mezzo ad una società in continua trasformazione, che cancella e manda al macero secoli di storia, di esperienza, di conoscenza e cultura rurale, contadina e artigiana, significativa diventa questa presenza del gruppo all’interno dei concerti proposti nel centro storico di Viterbo. Un messaggio per ribadire che il nostro futuro dipende fondamentalmente da quanto siamo in grado di apprezzare e raccogliere dal nostro passato. E allora ecco puntuale la proposta degli Organicanto. Ad impreziosire l’appuntamento con la musica popolare, interverrà uno special guest d’eccezione: Antonio Goduto, esperto conoscitore della tradizione salentina e maestro del tamburello del salento e delle percussioni della tradizione italiana e persiana. La cornice di danze popolari con le danzatrici della scuola Progetto Danza DNA e le coreografie Elisa Anzellotti, uniranno nel coinvolgimento alla Pizzica e alla Taranta quest’incontro con il pubblico viterbese.
Organicanto, compagine dallo stile genuino a tratti istintivo e un po’ naif, è composta da Maurizio Luciani (organetto, clarino e voce), Massimo Luciani (voce), Riccardo Ragazzini (organetto), Nicola Cardinali (chitarra), Massimo Pasquini (basso), Francesco D’Urbano (cornamusa) e Giuseppe Focarelli (chitarra). Il gruppo ha autoprodotto due demo promozionali, Fuori dal tempo (2006) e Radike (2011), nei quali riassume il proprio repertorio che contiene, oltre alle proprie musiche originali, alcune rivisitazioni di tarantelle, pizziche meridionali, ballate e canti del centro Italia.