Sabato 13 agosto alle ore 18,00 presso il Borgo di Pinocchio, il Comune di Farnese festeggia i cinquant’anni della messa in onda del Pinocchio di Comencini, il più vero e credibile di sempre.
Nel programma dei festeggiamenti, oltre all’incontro con Andrea Balestri, che interpretò Pinocchio, ci sarà l’evento “Pinocchio o il rifiuto di crescere” di e con Gianni Abbate e Ennio Cuccuini. “Cosa succede quando si affronta un esperimento attraversando un racconto molto noto?” – ci dice il suo ideatore Gianni Abbate – “E cosa succede quando analizzando il linguaggio si aprono nuovi punti di vista che lo rendono più intricato e dirompente?
Questo ed altro si ritrova in questa lettura drammatizzata con musica e effetti speciali a cura di Tommaso Abbate, tratta dalla Filastrocca di G. Rodari dedicata al burattino più famoso al mondo. La particolarità della nostra operazione su questo Pinocchio, sta nell’uso dei dialetti per i vari personaggi.
Siamo in due in scena ma la gamma di timbri vocali e dialetti usati, ci danno la possibilità di creare un racconto polifonico che racchiude tutto il mondo di Pinocchio. Ad una prima lettura d’infanzia, la storia appare come quella di un monello che dice bugie gettandosi in mille guai, fino ad arrivare a comprendere l’importanza di dire la verità e di rispettare le regole e gli adulti. Il romanzo, tuttavia, per un pubblico più adulto offre un’interpretazione anche più profonda.
E’ sì la storia di un burattino che diventa bambino vero, ma è anche l’esito ultimo di una polarità insita in ognuno di noi, adulto o bambino: quella tra bene e male, tra saggezza e brivido, tra maturità ed incoscienza. La storia di Pinocchio non finisce quando il burattino diventa bambino, ma quando si carica sulle spalle il padre Geppetto, rievocando la scena di Enea che fugge dall’incendio caricandosi il vecchio padre Anchise sulle spalle.
Come afferma Italo Calvino, questa storia ha avuto una fama enorme, è stata tradotta in tutto il mondo, portata sul grande schermo e nei teatri. Pinocchio, comunque, è sempre stato considerato un classico minore, mentre è necessario considerarlo uno tra i più grandi libri della letteratura italiana.”