L’input di questa creazione è il concetto di ABITARE, partendo dalla relazione che l’essere umano instaura con lo spazio che abita e studiando, al tempo stesso, l’influenza che la storia e le caratteristiche del luogo hanno sulla persona che lo attraversa.L’abitare come condizione essenziale dell’esistenza umana che non è solo uno stare, ma anzitutto un esserci.Immaginiamo di realizzare un percorso creativo che parta dalle suggestioni evocate dal luogo, la sua spiritualità, le diverse attività ed esperienze che lo hanno definito nel tempo.
Il Tema si declina in spazio, architettura ed interazione con il corpo. La Poesia del luogo in dialogo con la Poesia del corpo.
La scrittura coreografica gioca con gli elementi architettonici, i livelli, i pieni e i vuoti, vicino-lontano. Una creazione che trova la sua identità nel site specific, nel prendere forma direttamente dallo spazio in cui viene realizzata, un’azione performativa che si inserisce in un preciso luogo.
La forma dell’opera dipende direttamente dallo spazio in cui viene concepita e realizzata.Cinque danzatori, una cantante e due musicisti, un gruppo di Anime dimorano e attraversano lo spazio con la danza, il canto e la musica.Il concept parte anche dal desiderio di favorire l’incontro tra la pratica artistica e il patrimonio culturale territoriale rendendo viva la memoria storica attraverso la creazione che si nutre del sito e insieme lo reinterpreta.
Il primo sito fonte di ispirazione e luogo del debutto è la struttura seicentesca dell’ex Convento del Carmine di Velletri, un luogo denso di fascino e suggestioni, che racchiude al suo interno luoghi storici e artistici e ambienti naturali. ABITARE pertanto tutti i luoghi presenti: l’Auditorium, il Chiostro, i Portici, il Giardino con il colonnato ottocentesco e le aree verdi, la Sala degli Affreschi.
In un percorso itinerante le danze animeranno e attraverseranno i diversi punti nutrendosi e al tempo stesso reinterpretando gli stessi luoghi. I corpi dei danzatori, della cantante e dei musicisti dialogheranno con le architetture e con i paesaggi naturali. Il progetto produttivo, seppur rigorosamente definito, rimane aperto all’influenza dei diversi luoghi dove verrà presentato, conferendo ogni volta un carattere innovativo ed elementi artistici dettati dalla conformazione dello spazio.L’incontro con il pubblico si definisce in maniera extra-ordinaria, superando il rapporto frontale platea palco e ponendo in essere una relazione di vicinanza, interazione tra i performers e gli spettatori invitati ad una visione partecipativa.Questa modalità di fruizione colma la distanza tra artisti e cittadini e permette di rinsaldare il dialogo con la comunità. Al tempo stesso i cittadini /spettatori possono riappropriarsi dei luoghi conosciuti o scoprirli attraverso la proposta artistica e la visione degli autori. Lo spazio come luogo della mescolanza, della mobilità, degli incontri, delle sfide.
In un contesto di attraversamento e incrocio delle arti, il progetto coreografico vuole unire l’elaborazione della danza/poesia fisica ad un lavoro di costruzione delle immagini pittorico e visionario, all’uso della parola e del suono, al canto e all‘interazione con le musiche originali ed eseguite dal vivo, composte da Sergio De Vito.
Ideazione, Coreografia, Regia: Patrizia Cavola – Ivan Truol
Con : Nicholas Baffoni,
Alberto Bargnesi
Marco Cirignotta
Valeria Loprieno,
Camilla Perugini.
e con la partecipazione di ATP Atacama Training Program:
Milena Borgonovo,
Susanna Cavalcanti,
Deborah Congedo,
Benedetta Forti,
Hayden Hubner,
Giada Manno,
Eleonora Zani.
Musiche Originali : Epsilon Indi
eseguite dal vivo da
Regia Sonora :Sergio De Vito
Voce: Claudia Ciceroni
Violino: Riccardo Lana
Costumi : Milena Corasaniti
Produzione : Atacama
Organizzazione : Elisa Chianella
Amministrazione : Letizia Coppotelli
Management e Distribuzione : Theatron 2.0
Con il contributo di : MIC Ministero della Cultura
in coproduzione con Paesaggi del Corpo Festival Internazionale Danza Contemporanea
Residenza: La Scatola Dell’Arte