L’esposizione, aperta al pubblico dal 16 dicembre 2018 al 24 marzo 2019, vede protagonisti quattro artisti:
- Rebecca Digne (borsista presso l’Accademia di Francia a Roma -Villa Medici),
- Invernomuto (Cy Twombly Italian Fellow in Visual Arts presso l’American Academy in Rome),
- Julian Rosefeldt (borsista presso l’Accademia Tedesca Roma Villa Massimo)
- Marinella Senatore.
Il sottotitolo della mostra, Non v’è più bellezza, se non nella lotta, è direttamente mutuato da un passaggio del Manifesto del Futurismo, pubblicato da Filippo Tommaso Marinetti nel 1909 su Le Figaro: una traccia che allude al lavoro dell’artista come presa di posizione politica e intellettuale – rivendicazione di un’autonomia e libertà che tocca la sfera civile – ma anche come manifestazione del sé e dell’interiorità, legata a una dimensione più intima.
Le opere in mostra saranno, sotto vari aspetti e in diverse accezioni, “manifesti” di poetiche e pratiche eterogenee, con i quali gli artisti entreranno in dialogo sia tra di loro, che con gli spazi della
Fondazione Memmo e con Roma, città da sempre paradigma della ricerca artistica, luogo privilegiato per la produzione di opere d’arte,oggetto o ispirazione di numerose teorie trasversali agli stili, alle epoche e al gusto.
Il progetto Conversation Piece
nasce dal desiderio della Fondazione Memmo di monitorare costantemente la scena artistica contemporanea della città e, in particolare, l’attività delle accademie e degli istituti di cultura stranieri, dove tradizionalmente completano la loro formazione nu ove generazioni di artisti provenienti da tutto il mondo. Attraverso queste mostre e altre iniziative la Fondazione Memmo vuole porsi come un amplificatore del lavoro di queste istituzioni.
Il titolo del ciclo si ispira a uno dei film più famosi di Luchino Visconti, Gruppo di Famiglia in un interno (Conversation Piece, 1974), una chiara metafora del confronto tra generazioni e dei rapporti di odio e amore tra antico e moderno; ma Conversation Piece era anche un genere pittorico diffuso tra XVII e XVIII sec., caratterizzato da gruppi di persone in conversazione tra loro o colti in atteggiamenti di vita familiare.
La mostra, oltre a rappresentare un’occasione di confronto e di dialogo con Roma, si offre come momento di discussione tra personalità artistiche differenti tra loro nell’intento di far convergere energie, saperi e metodi diversi in un unico evento espositivo.
Negli anni hanno partecipato circa trenta artisti internazionali fra cui Yto Barrada, Eric Baudelaire, Rossella Biscotti, Piero Golia, Francesca Grilli, Jonathan Monk.
Orario: tutti i giorni dalle 11.00 alle 18.00 (martedì chiuso)
Durante le festività natalizie rimarrà CHIUSA nei giorni: 24, 25, 26 e 31 dicembre 2018 e il 1°gennaio 2019
Ingresso libero