Nel cuore dei Monti Lepini, tra paesaggi di pietra e memoria, vogliamo sviluppare un progetto culturale fatto di diversi eventi con l’obiettivo di riportare le persone a incontrarsi, ascoltarsi, raccontarsi. Al centro di questa iniziativa vi è la parola: nella sua forma orale la parola ha da sempre rappresentato lo strumento principale con cui l’essere umano narra sé stesso e dà senso al mondo che lo circonda.
Raccontare significa mettere in comune. Ogni parola pronunciata o ascoltata è un ponte lanciato tra esperienze, generazioni e culture. Le storie di vita, i sentimenti, i ricordi, le leggende e le cronache quotidiane diventano strumenti preziosi per ricostruire un senso di appartenenza e comunità. Nel contesto dei Monti Lepini, i racconti raccolti – che parlano di vissuto, emozioni e tradizioni – sono diventati semi capaci di far germogliare nuove forme di partecipazione. Gli eventi che vogliamo organizzare nei diversi comuni della Provincia di Latina permetteranno alle persone di ritrovarsi insieme, fisicamente e simbolicamente, attorno alla parola.
È attraverso il racconto che si è tornati ad ascoltare: non solo ciò che l’altro ha da dire, ma ciò che ci unisce, ciò che ci lega ai luoghi, alle radici, alla storia collettiva. Il progetto si è quindi posto un duplice obiettivo: da un lato, valorizzare parola orale, dall’altro, ricreare spazi di incontro reale dove il dialogo, la narrazione e la poesia diventeranno strumenti di coesione. In un tempo in cui l’individualismo e la frammentazione sociale sembrano prevalere, tornare a dare centralità alla parola – intesa come relazione viva – è un atto rivoluzionario. In un’epoca in cui la comunicazione è spesso rapida, frammentata e superficiale, questo progetto intende riscoprire il valore profondo della parola in ogni sua forma, attraverso una serie di eventi nei comuni Lepini. L’obiettivo è semplice e ambizioso al tempo stesso: far tornare le persone insieme, in presenza, ad ascoltare, partecipare, condividere. Ri- creare comunità. Il progetto si articola in quattro eventi per quattro forme di parola, ciascuno interpretato e guidato dalla presenza di personaggi autorevoli e significativi, che con il proprio linguaggio e vissuto sapranno stimolare riflessione, dialogo, partecipazione.
Il Progetto coinvolge i musei archeologici dei 4 comuni della provincia di latina che fanno parte del Sistema Integrato Territoriale Musei, Biblioteche e archivi storici dei monti Lepini.
Il museo archeologico di Priverno; il museo della città e del territorio di Cori; il museo civico archeologico di Sezze e il museo civico archeo padre A.G. Saggi di Norma.
IL POTERE DELLE PAROLE è un progetto che unisce archeologia e mitologia, per riscoprire i miti che gli antichi leggevano tra le costellazioni. Musei e reperti diventano il punto di partenza per raccontare storie che vivono ancora oggi nella materia. Priverno, con il suo museo e l’antica Privernum, conserva simboli e figure legate ai racconti celesti. Norma, affacciata sulle rovine di Norba, è da sempre un osservatorio naturale verso il cielo degli dei. Sezze, con le sue origini antichissime, porta avanti una tradizione orale ricca di memoria mitica. Cori, con le sue rovine e templi, rivela il legame tra culto, divinità e orientamento astrale. I Monti Lepini fanno da sfondo a tutto questo: terre di passaggio, di culto, di narrazione. Qui il paesaggio, il passato e le stelle si parlano ancora. E il museo diventa il luogo dove queste voci si incontrano
3. La parola che disarma: aprite le porte alla riconciliazione
In un tempo segnato da conflitti, divisioni e linguaggi d’odio, la parola può ancora disarmare. Può aprire ferite, ma anche guarirle. Può generare ostilità, ma anche riconciliazione. Questo evento sarà dedicato alla parola che infonde amore, che si fa accoglienza, cura, ascolto profondo.
24 ottobre 2025. ore 17:30
Comune di Norma – Sala delle Muse, Museo Archeologico P.A. Saggi
Angela Iantosca
giornalista paroliera – giornalista libera. (Latina, 1978) è una giornalista, scrittrice e attivista italiana di grande impatto.
Laureata in Scienze Umanistiche alla Sapienza di Roma, ha iniziato la sua carriera nel 2003 come giornalista pubblicista, collaborando con testate nazionali e occupandosi di tematiche sociali, legalità e diritti umani.
4. La parola che unisce: Il dialogo come dono di unità
Un evento che mostra come la parola possa creare ponti. Le lingue, i dialetti, i racconti migranti e le storie intergenerazionali saranno al centro di un incontro in cui la diversità diventa risorsa e ricchezza.
31 ottobre
Comune di Priverno, Auditorium Santa Chiara / Infermeria dei Conversi
Don Francesco Fiorillo
(Terracina, 21 maggio 1976) è sacerdote della Diocesi di Gaeta e responsabile della Fraternità del Monastero di San Magno a Fondi (LT), un antico cenobio sul Monte Arcano risalente al VI secolo. Don Francesco è noto per la sua capacità di coniugare silenzio monastico e impegno nella cura delle ferite emotive: organizza ritiri spirituali, momenti di meditazione e laboratori sulla nonviolenza, come la “Giornata Internazionale del Perdono” al monastero. Collabora attivamente con Libera Sud Pontino come referente per la legalità e la memoria delle vittime innocenti delle mafie e durante la pandemia ha aperto il Monastero alla Croce Rossa Italiana, offrendo accoglienza e sostegno alla comunità locale.
