Norchia, per chi ancora non la conosce, è uno dei siti archeologici e paesaggistici tra i più significativi che abbiamo nel territorio di Viterbo e che si trova a pochi chilometri dal centro di Vetralla, pur facendo parte del comune del nostro capoluogo di provincia.
Il sito, storicamente, è stato frequentato dal Paleolitico Superiore sino all’epoca medievale XII-XII sec., anche se con fasi alterne.
Le attestazioni etrusche, in particolare, si datano a partire dal VI sec. a.C. grazie anche alla costituzione di itinerari viari che la collegarono a siti importanti quali Tarquinia e Tuscania, passando per Blera.
Successivamente passò ad essere territorio romano e poi nel Medioevo divenne un insediamento fortificato, con il Castello dei Di Vico, ed entrò a far parte dello Stato della Chiesa sino al suo definitivo abbandono.
Dopo anni di abbandono, durante i quali la vegetazione aveva preso il sopravvento anche sulle diverse strutture archeologiche, sono iniziati dei lavori di ripulitura che attualmente hanno portato alla realizzazione di percorsi di visita e a far rivivere i complessi funerari che si mostrano finalmente in tutta la loro bellezza e monumentalità.
I lavori sono stati possibili grazie all’interessamento di uno dei proprietari di Norchia, la famiglia di Carlo Stelliferi che ha messo a disposizione mezzi e operai a proprie spese per raggiungere questi risultati. In effetti, il coinvolgimento della famiglia, in particola modo del dottor Romeo Stelliferi, nella valorizzazione dell’area è iniziata qualche anno fa dopo l’avvio di nuove investigazioni archeologiche che oggi la vedono implicata insieme alla Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per l’Area Metropolitana di Roma, la Provincia di Viterbo e l’Etruria Meridionale, con la dott.ssa Maria Letizia Arancio, al Trust di Scopo Sostratos con il dottor Lorenzo Benini, principale finanziatore delle indagini archeologiche e del restauro dei materiali rinvenuti, all’archeologa direttrice degli scavi, la dott.ssa Simona Sterpa, ed al Centro Nazionale delle Ricerche con l’attuale direttrice scientifica la dott.ssa Laura Ambrosini.
Infatti, proprio all’interno di queste sinergie tra pubblico e privato vanno ricercare quelle buone pratiche di attuazione grazie alle quali poter ottenere un modello di gestione del sito che sia il più idoneo possibile per la sua valorizzazione, fruizione, promozione e sviluppo in maniera innovativa e moderna, in piena conformità con un tipo di conduzione a carattere europeo e internazionale. Una di queste ha portato alla nascita dell’Associazione Amici di Norchia dove imprenditori e professionisti dei beni culturali si sono uniti per lavorare e collaborare insieme per il rilancio culturale, turistico e di conseguenza anche economico del territorio mettendo in evidenzia il loro intrinseco valore di coesione sociale.
Allo stesso tempo, attraverso l’inclusione di tutte queste forze coinvolte nella ricerca e realizzazione di obbiettivi, finalità ed interessi comuni è possibile portare avanti lo sviluppo e la valorizzazione sostenibile del territorio.
Per sostenere quanto detto sino ad ora e per promuovere i lavori di ripulitura, in occasione delle giornate dell’archeologia, si organizzeranno nei giorni 20 e 21 giugno 2020 delle visite guidate al sito archeologico paesaggistico di Norchia, insieme alla zona di Guado di Sferracavallo dove si sono concentrati gli ultimi scavi, accompagnate dall’archeologa e guida turistica ufficiale dott.ssa Simona Sterpa.
L’appuntamento è presso i Laghi Albatros, località Cinelli, alle ore 10:00; il costo della visita è di € 8 a persona, esclusi i bambini inferiori ai 12 anni.
Per ulteriori informazioni e per prenotazioni (la prenotazione è obbligatoria perché nel rispetto della normativa in conseguenza al Covid 19, si formeranno gruppi non superiori a 20 persone) potete rivolgervi al numero 3289068207, Simona Sterpa.