La visione dell’Antico elaborata da Piranesi si è imposta nella cultura moderna grazie al potente strumento dell’immagine calcografica che ha diffuso la conoscenza di luoghi e monumenti. I rami delle “Antichità di Cora” (1764) sono esposti eccezionalmente nel tricentenario della nascita dell’artista Le Antichità di Cora costituiscono un caso speciale per l’assoluta novità che avrebbero rappresentato nel panorama delle conoscenze delle antiche architetture romane. Il Complesso di Sant’Oliva, posto al centro di un grazioso borgo, si trova su una terrazza artificiale che regala una bellissima vista sull’Agro Pontino.
Il complesso monumentale di S. Oliva, sede del Museo, è il risultato di una articolata stratificazione di eventi edilizi succedutisi dall’Età romana alla fine dell’Età rinascimentale. Su un vasto terrazzo artificiale, alla confluenza della maggiore viabilità della città antica, venne eretto un tempio dedicato ad una ignota divinità di cui attualmente si riconoscono, ancora al posto e inglobate nelle pareti della medievale chiesa di S. Oliva, tre colonne, alcune lastre calcaree della pavimentazione, parte del podio in blocchi di tufo e parte della parete orientale della cella in opera listata di calcare. L’edificio rivela due fasi edilizie cronologicamente comprese tra l’inizio del III e l’inizio del I secolo a.C. (ma alcuni materiali votivi ceramici attestano il culto almeno a partire dalla fine del IV secolo a.C.) quando assunse l’aspetto di un tempio di m 10.60 di larghezza per m 17 (o forse m 20) di lunghezza, con pronao tetrastilo, colonne di ordine ionico o corinzio, eretto su un podio alto poco più di m 2 e con gradinata frontale di almeno sette gradini Sul podio templare sorse, nella prima metà del XII secolo, una primitiva chiesa dedicata a S. Oliva, forse sulla scia della valorizzazione del culto della martire anagnina da parte dell’antipapa Anacleto II che alla santa dedicò un altare nella cripta della cattedrale di Anagni nel 1137.
Nella seconda metà del XIII secolo, l’edificio assunse la forma di una basilichetta a tre navate con abside centrale, ingresso a doppio fornice e campanile vergato di calcare e tufo decorato da tre bacini policromi di produzione centro-meridionale. I lavori del cantiere agostiniano dell’ultimo ventennio del ‘400 conferirono all’edificio l’aspetto attuale aggiungendo la doppia fila di colonne centrali sorreggenti piccole volte a crociera. All’interno della chiesa di S. Oliva, nella navata destra, rimangono esigui brani di una decorazione pittorica dell’inizio del XIV secolo: il Cristo Pantocrator circondato dagli Evangelisti sulla volta e, sulla parete, la parte inferiore di un S. Cristoforo che attraversa il fiume con il Cristo bambino sulle spalle.Sull’altare della parete di fondo (sistemazione definitiva 1687) S. Oliva tra S. Monica e S. Agostino dell’ultimo ventennio del ‘400 e, ai lati, S. Vito e la Madonna, affreschi del XVII secolo. Tra il 1467 e il 1480 venne edificato il complesso monastico voluto dal priore generale degli Agostiniani Ambrogio Massari e da Guillaume d’Estouteville, cardinale di Rouen, vescovo di Ostia e Velletri e protettore dell’Ordine. Demolendo la navatella occidentale della chiesa di S. Oliva ed altri edifici medievali annessi, venne eretta la Cappella del Crocefisso o di S. Agostino. Le sobrie proporzioni dell’aula rettangolare, con abside e volta a botte, sono animate da un ricco apparato decorativo. Nell’abside e nel catino absidale, gli Apostoli ai lati di una perduta Crocifissione e l’Incoronazione della Vergine tra angeli e santi (chiusura del cantiere 1507): le figure di sinistra nel catino rappresentano i committenti del complesso insieme al papa Sisto IV (fig. 13). Nella volta dell’aula (1533-1534), evidentemente influenzata dalla recente esperienza della Cappella Sistina, storie del Vecchio e del Nuovo Testamento (figg. 48-52); in controfacciata il Giudizio Universale parzialmente occultato dalla cantoria del XVII secolo
COSA SCOPRIRETE DURANTE LE GIORNATE FAI?
All’interno del Museo della Città e del Territorio di Cori, il visitatore avrà l’occasione di vedere le “matrici” di rame e le relative incisioni dell’opera piranesiana eccezionalmente esposte per l’occasione. La visita include il Complesso Monumentale e le sue peculiari caratteristiche legate alla storia dell’ordine Agostiniano a Cori. Nella Basilica di Sant’Oliva, non sempre visitabile, si offre la possibilità di ammirarne sia le stratificazioni architettoniche che i pregevoli affreschi. Al termine della visita al Complesso ed alla Mostra sarà possibile visitare il Teatro, ospitato nel Palazzo Comunale del XVII secolo e contenente parte delle stratificazioni dei terrazzamenti in mura poligonali.
ORARIO
Sabato: 10:00 – 13:00 / 15:00 – 18:00
Note: Visite ogni 15 minuti, gruppo da 15 persone.
Domenica: 10:00 – 13:00 / 15:00 – 18:00
Note: Visite ogni 15 minuti, gruppo da 15 persone.
NOTE PER LA VISITA
Durante le due giornate FAI a corredo della visita al Teatro ci saranno delle performance musicali a cura del Liceo musicale Alessandro Manzoni di Latina.