Dall’6 settembre al 19 novembre torna la magia del Romaeuropa Festival con la sua trentasettesima edizione, tra musica, danza, teatro, nuovo circo e arti digitali.
Il Festival porta in scena la più grande vetrina di spettacolo dal vivo internazionale e nazionale, tra grandi nomi e prime rappresentazioni, e la rassegna Kids & Family per il pubblico più giovane e tutti i tipi di famiglie.
Con oltre due mesi di programmazione in 13 spazi della Capitale tra musica, danza, teatro, nuovo circo, creazione per l’infanzia e arti digitali. Si parte nella cavea dell’Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone il 6 e 7 settembre con Ukiyo-e, il nuovo spettacolo del coreografo Sidi Larbi Cherkaoui per il Ballet du Grand Théâtre de Genève (di cui Larbi è attualmente direttore artistico): diciotto interpreti in scena daranno vita a un’opera contemporanea in cui le composizioni di Szymon Brzóska e Alexandre Dai Castaing si fondono ai suoni della tradizione, interpretati dal maestro dei Taiko, compositore e cantante Shogo Yoshii. Un invito a esplorare la bellezza creata dall’essere umano, la sua capacità di reagire alle continue mutazioni e fratture del presente. Il 10 e 11 settembre, dopo il successo di Drumming, l’icona della danza internazionale Anne Teresa De Keersmaeker, con la sua compagnia Rosas, prosegue la ricerca sul rapporto tra musica e movimento in EXIT ABOVE – After the Tempest, un inedito confronto con le radici della musica pop occidentale. Un viaggio che, partendo dalla canzone “Walking Blues” del leggendario Robert Johnson, approda a “Der Wanderer” di Schubert.
A inaugurare i percorsi dedicati alla musica elettronica del Romaeuropa Festival 2023, il 12 settembre, sarà il rappresentante della techno di Detroit nel mondo Jeff Mills, che ha sviluppato, insieme ai musicisti Jean-Phi Dary e Prabhu Edouard, un progetto incentrato sulla trascendenza mentale: Tomorrow Comes The Harvest. Il lavoro raduna i tre artisti intorno alle sonorità che caratterizzavano l’omonimo album a cui Mills ha lavorato nel 2018 insieme al pioniere dell’Afrobeat Tony Allen, scomparso nel 2020. Tre luminari provenienti da mondi musicali differenti e appartenenti ad altrettante tradizioni si cimentano in un rituale musicale dedicato all’ignoto, alle sonorità che invitano a trascendere la realtà.