Nata negli anni Sessanta a Roma, la Scuola di Piazza del Popolo è stata l’esperienza artistica tra le più influenti per il mondo contemporaneo, abbracciando l’arte nella sua totalità e diffondendo un rivoluzionario messaggio di libertà d’espressione, in una visione avanguardista di movimento artistico e di arte pubblica e popolare capace di veicolare idee politiche e culturali.
Artisti dal calibro di Mario Schifano, Franco Angeli e Tano Festa si riunivano al Caffè Rosati condividendo la volontà di sradicare ogni canone artistico nato prima di loro e provocare un terremoto nel mondo dell’arte attuale e futuro, radunando attorno a loro sempre più artisti affini. Nella sperimentazione degli artisti riflette tutta la violenza di una passione per la vita e una febbre di vivere senza limiti tradotta in desinenze artistiche sempre diverse ed esplosive, caricate da potenti personalità che facevano delle loro diversità una ricchezza.
Parallelamente oggi, il Collettivo 900, si muove attorno a una modalità espressiva e un atteggiamento culturale legati a quel concetto puro di arte popolare, rivolta a tutti e da tutti fruibile, che parte dalle strade, luogo prediletto del Collettivo, in un legame profondo con la città e la sua storia culturale che trova continuità nelle nuove generazioni.
Una tradizione che prosegue, dagli anni Sessanta ad oggi, alimentata da una fame di cultura cresciuta tra i vicoli della Città eterna e che vive ancora oggi attraverso la forza del gruppo.
Nato nel 2016 da Leonardo Crudi e Elia Novecento, al quale si aggiunge in seguito Marco Riccioni, il Collettivo anima le vie della città con manifesti dipinti a mano legati agli elementi e i simboli dell’ambiente urbano, della Roma degli anni Sessanta che insieme alla letteratura, alla poesia e al cinema, costituiscono il sistema di riferimento per eccellenza della loro poetica. Il clima culturale romano degli anni Sessanta è per il Collettivo una grande fonte di ispirazione e studio per il loro lavoro. In un sapiente gioco di equilibri, gli artisti del Collettivo creano opere dai sistemi narrativi e strutture visive che mettono in dialogo il mondo astratto delle figure geometriche con quello armonico e culturale dei riferimenti storici scelti.
Siamo Popolo Quanto Re (SPQR) vuole rendere omaggio alla città di Roma e all’attività dei suoi grandi maestri che hanno coraggiosamente aperto il mondo contemporaneo a ogni sua possibile espressione.
Ogni sala della galleria ripercorre il viaggio nelle opere di artisti visionari in dialogo con la traduzione espressiva della generazione attuale, figlia di quell’atteggiamento artistico, incarnata dal Collettivo 900. La mostra intende indagare questa vicinanza, mettendo Roma e la sua narrazione cittadina al centro del racconto, dove l’arte diventa specchio di una città che di arte si nutre ogni giorno. Utilizzare l’arte per raccontare la città e utilizzare le strade della città per fare arte.
Opere originali di Mario Schifano, Franco Angeli, Tano Festa, Cesare Tacchi, Renato Mambor, Pino Pascali, Mario Ceroli e Umberto Bignardi incontrano nelle sale di Contemporary Cluster le opere di Leonardo Crudi, Elia Novecento e Marco Riccioni.