La porta magica od alchemica ubicata a piazza Vittorio Emanuele è uno dei monumenti più insoliti di Roma.
E’ quanto resta della villa seicentesca, Villa Palombara, del Marchese Massimiliano che era ubicata proprio in zona; più precisamente era l’ingresso secondario della proprietà.
Per anni rimasta esposta al degrado ed all’incuria, soltanto dopo il Giubileo del 2000 è stata recuperata e rivalutata.
La leggenda del pellegrino Giuseppe Borri
La leggenda racconta che una sera un pellegrino si presentò al palazzo del Palombara con un mazzo di erbe misteriose di cui non rivelò mai il nome, utili a produrre l’oro, e dichiarando di essere capace di mettere in pratica la formula ambita.
Durante i suoi viaggi in Oriente aveva scoperto particolari segreti e non li avrebbe mai rivelati a nessuno: la mattina dopo sparì nel nulla, ma lasciò dietro di sè alcune pagliuzze d’oro e una misteriosa carta piena di enigmi e simboli magici che doveva contenere il segreto della pietra filosofale.
Il marchese di Palombara fece allora incidere su una delle cinque porte della sua villa il contenuto del manoscritto nella speranza che un giorno qualcuno sarebbe riuscito a decifrarla.
La Porta Alchemica porta iscrizioni in latino ed ebraico e una miriade di simboli: piramidi, il sigillo di Salomone, pianeti, cerchi. Un vero trofeo per chi è affascinato dal simbolismo, dall’alchimia e dai misteri legati ad essi.
L’edificio
Edificata nella seconda metà del Seicento (si pensa tra il 1655 e il 1680) dal marchese di Pietrafonte, nel corso del tempo la Porta Alchemica ha assunto diversi nomi, tra cui la Porta Magica oppure la Porta Ermetica, proprio in virtù delle passioni a cui era profondamente dedito il suo costruttore: alchimia ed esoterismo.
La porta, oggi murata, conduceva al laboratorio alchemico del Marchese.
È ancora lì, esattamente come l’ha lasciata il marchese, custodita solo da gatti del giardino di Piazza Vittorio, dove la porta è stata sistemata nel 1888: la sua posizione originaria era verso l’incrocio di via Carlo Alberto con via di San Vito, lungo il muro perimetrale di villa Palombara, alle spalle dell’attuale via Merulana.
Accanto alla porta si trovano due statue del dio Bes, che si trovavano nei giardini del Palazzo del Quirinale: erano collegate al culto di Iside, una vicenda che ritorna sull’Esquilino e aggiunge mistero ai misteri già presenti.
I diversi simboli alchemici riportati sulla porta sono sovente quelli in uso nel seicento. Negli stipiti, fra l’altro, si riconoscono alcuni pianeti ed i metalli che possono essere associati a questi. I due nani hanno invece provenienza diversa.
I simboli presenti sulla Porta alchemica
I simboli che sono stati incisi sulla Porta Alchemica possono trovare riscontro in alcuni libri di alchimia ed esoterismo.
Sul frontone troviamo un cerchio con iscrizioni in latino, al cui interno vi è il sigillo di Davide.
Questo, è a sua volta formato da due triangoli sovrapposti a formare, appunto, una croce di David.
Sopra i triangoli, che si collegano al cerchio, in coincidenza del triangolo superiore troviamo una sorta di croce.
Questa si collega a un secondo cerchio. All’interno di questo cerchio troviamo un oculus: simbolo alchemico corrispondente al sole e all’oro.
Il fregio invece rappresenta il simbolo dei Rosacroce (un leggendario ordine ermetico cristiano, ancora oggi avvolto dal mistero).
Simbolismo della Porta Alchemica
Il simbolo dell’oculus incastonato nel triangolo inferiore richiama quello stampato sul dollaro americano, composto da una piramide avente un occhio al posto della punta.
Sulla banconota statunitense, come sulla Porta Alchemica tale simbolo si trova al centro di un cerchio, alla cui base si legge la dicitura: Novus Ordo Seclorum. In italiano può esseretradotto come: nuovo ordine dei secoli.
Tale citazione richiama l’incisione sul frontone della Porta Alchemica: Aureum Seculum Redivivum.
Questo richiamo ha originato tutte le teorie sul complotto, dato che la stessa simbologia visibile sul dollaro americano fu precedentemente adottata dagli illuminati di Baviera, che nacquero circa cento anni dopo la costruzione della porta.
I simboli alchemici incisi lungo gli stipiti della porta invece sembrerebbero far riferimento alla sequenza dei pianeti. Questi, infatti, vengono associati ai vari metalli in base alla disciplina alchemica.
Saturno corrisponde al piombo, Giove allo stagno e Marte al ferro.
Venere viene associato al rame, la Luna all’argento e Mercurio al mercurio.
La lettura di questi simboli seguirebbe uno schema ben preciso che si rifà a un motto ermetico che ne indica la direzione.
Dal basso sale in alto e prosegue verso destra per scendere in basso a sinistra, secondo anche la scrittura ebraica.
Dove si trova?
La Porta Magica o Alchemica si trova in P.za Vittorio Emanuele a Roma.