Il museo storico della liberazione a Roma è un luogo di memoria e testimonianza della lotta per la libertà e la democrazia durante il periodo dell’occupazione nazista nella capitale italiana.
Questa struttura è stata inaugurata nel 1955 e si trova nel cuore del quartiere Esquilino, nel centro storico della città.
Appena entrati nel museo, ci troviamo davanti ad una serie di foto e documenti che raccontano la storia della Resistenza romana.
La mostra permanente, suddivisa in otto sezioni, ci accompagna alla scoperta degli eventi che hanno portato alla liberazione di Roma il 4 giugno 1944.
Uno dei momenti più intensi è quello dedicato alla memoria dei martiri fucilati dalle truppe nazi-fasciste nel cortile di un palazzo nel centro di Roma.
Il museo custodisce infatti le lettere dei condannati a morte e le foto di quei cittadini che, pur di lottare per la libertà, hanno sacrificato la propria vita.
Altro punto di grande interesse è la mostra dei cimeli dell’epoca, come divise, distintivi, armi, ma anche registri e documenti che raccontano delle atrocità commesse dai nazisti contro la popolazione civile di Roma.
Il Museo storico della liberazione rappresenta una tappa obbligata per chiunque voglia approfondire la storia della Resistenza italiana durante la Seconda Guerra mondiale. Una visita che invita alla riflessione sul significato della libertà e sulla memoria storica, perché, come affermava il grande antifascista Renato Guttuso, “la memoria è un dovere verso il passato, verso i martiri della libertà, ma è anche un diritto e un dovere verso il futuro”.
Storia del Museo Storico della Liberazione
Il fabbricato venne costruito alla fine degli anni Trenta dal principe Francesco Ruspoli e affittato all’Ambasciata tedesca che vi installò l’Ufficio culturale e gli uffici dell’addetto militare e della polizia. Quest’ultimo era un ufficiale delle SS e funzionario della Polizia di sicurezza (SIPO): Herbert Kappler.
Durante i mesi dell’occupazione tedesca della città (nove mesi dall’11 settembre 1943 al 4 giugno 1944) l’edificio fu destinato interamente a Comando della SIPO, con annesso carcere.
L’ala sinistra dell’edificio era infatti utilizzata come caserma, mentre la destra fu invece trasformata a carcere dove furono rinchiusi e torturati centinaia di partigiani della esistenza romana (come ad esempio l’ex presidente della corte costituzionale Giuliano Vassalli, il colonnello del Genio Giuseppe Cordero di Montezemolo, i generali dell’Aeronautica Sabato Martelli Castaldi e Roberto Lordi, il sindacalista Bruno Buozzi). In ogni cella vissero stipati i detenuti, senza luce (le finestre erano state murate) con un solo pasto quotidiano e senza possibilità di uscire, salvo una volta al giorno per andare al bagno.
In queste stesse celle passarono anche coloro che vennero poi fucilati alle Fosse Ardeatine o a Forte Bravetta.
Il percorso espositivo
Negli ambienti dell’ex comando di polizia e carcere nazista, oggi vincolati nella struttura e nella funzione, venne compiuto un restauro in parte conservativo e in parte ricostruttivo e realizzato un allestimento che ebbe come riferimento i sacrari e memoriali militari.
Primo piano
Il piano ospita pannelli che introducono alla vita della Roma occupata in tutti i suoi aspetti. Nell’ingresso, sul quale si aprono le sale, sono collocati i pannelli che introducono alle premesse che portarono all’occupazione nazista di Roma dall’8 settembre 1943 al 4 giugno 1944.
In essi vengono descritte le modalità delle dimissioni di Mussolini, del nuovo governo del Maresciallo d’Italia Pietro Badoglio e l’armistizio tra Italia e anglo-americani annunciato l’8 settembre 1943.
Secondo piano
Siamo qui nel carcere vero e proprio: l’ambiente è rimasto, anche nei minimi particolari, quello che i tedeschi, fuggendo da Roma, lasciarono. Gli stessi parati, le stesse finestre murate, le stesse grate sulle porte delle varie celle, lo stesso impianto elettrico.
Si aggiungono oggi le testimonianze dirette di chi tra queste mura ha sofferto, aspettando spesse volte la morte.
Terzo piano
Fotografie di Caduti, documentazioni di situazioni drammatiche, indicazioni di luoghi dove più violenta è stata la repressione tedesca, sottolineano il contributo che alla Liberazione dettero le città e i paesi del Lazio.
Informazioni
Museo Storico della Liberazione
Indirizzo: Via Tasso 145 – Roma
Orario: Il Museo è aperto tutti i giorni dalle 9:00 alle 19:00 domenica e festivi compresi.
Telefono: 06 7003866
eMail: info@museoliberazione.it
Web: https://www.museoliberazione.it