Il decreto Sviluppo ha creato un terreno più fertile alla nascita e allo sviluppo delle nuove imprese: ecco come fare e a chi rivolgersi.
Il 2013 si candida come anno di svolta per le startup italiane, come avevamo già avuto modo di sottolineare nel presentare gli appuntamenti più importanti. Il cambio di passo si deve soprattutto al nuovo atteggiamento normativo contenuto nel decreto Sviluppo: dare una definizione precisa alle giovani realtà innovative e garantire loro agevolazioni fiscali crea un contesto più fertile e favorevole, incoraggia il proliferare di iniziative a sostegno dell’ecosistema e contribuisce ad accendere sulle iniziative tricolori i riflettori del resto del mondo. L’arrivo entro i nostri confini della competizione di TechCrunch è probabilmente uno dei primi segni tangibili del vento che sta cambiando. Persino mamma Rai si è accorta dell’eco mediatica della faccenda e starebbe preparando per la prossima primavera un talent show dedicato alle startup.
Ci si sta muovendo anche sul fronte del fare, e del come fare. Oggi viene presentato ufficialmente a Roma il portale larancia.org, realizzato dal Consiglio nazionale del notariato in collaborazione con l’università Luiss e nato per supportare ai giovani che stanno iniziando a fare impresa. “Vogliamo andare sul concreto e creare un vero e proprio ambiente di dialogo e interazione nel quale si possano trovare risposte ai problemi”, ha anticipato a Wired.it il consigliere Gabriele Noto.
Il sito, già consultabile, raccoglie storie di startupper, fornisce aggiornamenti sulle novità normative, mappa le diverse forme societarie, accompagna gli aspiranti imprenditori fra le diverse opzioni, e, aspetto interessante, permette di esporre i propri dubbi ai notai. La categoria, lo ricordiamo, deve per legge prestarsi gratuitamente a chi vuole costituire una Srl semplificata, battezzata a furor di media società a un euro e dedicata a quanti hanno meno di 35 anni. Si tratta, spiega Noto, della ” forma più utilizzata dagli startupper, mentre la variante a capitale ridotto è rivolta anche ai meno giovani e dà probabilmente un’immagine meno smart e aggressiva”.
Da quando la legge lo consente, fine agosto, sono state costituite poco meno di 3mila Srl semplificate (2.941) e 1.221 a capitale ridotto. La Campania si è distinta con il maggior numero di semplificate (483), seguita da Lazio (462) e Lombardia (343). Questa forma societaria, lo ricordiamo, è esente dalle spese di bollo e segreteria, può versare un capitale iniziale di un solo euro e gode, come detto, del supporto gratuito del notaio.
Ulteriori agevolazioni coinvolgono le società che rispettano la più ampia definizione di startup innovativa. Stiamo parlando dell’insieme che contiene i due sottoinsieme sopracitati ed eventualmente il modello società cooperativa. Si possono iscrivere le realtà nascenti e quelle esistenti da non più di quattro anni che rispettano una serie di criteri (investimento in ricerca e sviluppo del 20% della produzione, valore di produzione inferiore ai 5 milioni di euro dopo due anni, ecc) e sul piatto ci sono agevolazioni fiscali, relative ai rapporti con i dipendenti e alla gestione dell’impresa e agevolazioni dedicate a chi investe in queste realtà.
A fare chiarezza sulle modalità di adesione ha pensato la Camera di Commercio, con una guida – redatta inizialmente a solo uso interno – che illustra i passi da compiere. Il documento è relativo anche agli incubatori certificati, altra categoria a cui è dedicata la sezione speciale del Registro delle imprese che dovrà però attendere un decreto attuativo del ministero dello Sviluppo Economico prima di poter procedere con la domanda.
Le startup già esistenti e già iscritte al registro nella sezione ordinaria dovranno inoltrare la ” domanda di iscrizione in forma telematica con firma digitale tramite una Comunicazione Unica al registro delle imprese, all’Agenzia delle Entrate, all’Inps e all’Inail” utilizzando il modulo informatico S5 per comunicare la variazione dell’attività. Oltre alle informazioni canoniche, bisognerà specificare quelle relative in maniera specifica alle startup (spese per ricerca e sviluppo, titoli di studio dei soci, ecc). E aggiornare il tutto almeno ogni sei mesi. Le realtà nascenti dovranno compilare anche i modelli S e S1 per segnalare la loro esistenza ordinaria e dichiarare, per l’inserimento nella sezione speciale, di essere già attive.
Articolo originale: http://italianvalley.wired.it/news/2013/01/15/come-fondare-startup-62574.html