Grazie ad una tecnica applicata per gli adulti ma ancora non impiegata su larga scala per i bambini e gli adolescenti è stato possibile salvare, impedendo i danni al cervello, il giovane di 15 anni che aveva tentato di suicidarsi all’inizio del mese a Civita Castellana.
Il ragazzo era stato salvato dai carabinieri che lo avevano subito rianimato insieme agli operatori del 118, avvisati da alcuni passanti che lo avevano visto assicurare la corda a un ramo e poi legarsela a collo.
Il giovane è stato trasportato in codice rosso presso il Dea del Gemelli e assistito nella terapia intensiva pediatrica, coordinata dal professor Giorgio Conti. Sottoposto a cure intensive, spiegano dal Policlinico Gemelli, e all’ipotermia terapeutica, ha avuto un rapido e sorprendente miglioramento dello stato clinico e il pieno risveglio.
Gli specialisti della Tip hanno potuto sciogliere la prognosi fino a ieri riservata. ‘Il giovane paziente che ora proseguirà le cure sotto stretta sorveglianza presso il Gemelli, è vigile e cosciente e in contatto con i familiari, pur manifestando le problematiche psichiche che lo avevano condotto al drammatico gesto autolesivo’.
I medici hanno applicato la tecnica della ipotermia terapeutica cioè un abbassamento graduale della temperatura del corpo che permette di contenere al massimo i danni al cervello causati dalla mancanza temporanea di ossigeno.
Il metodo, spiega il dottor Marco Piastra, consiste nel portare gradatamente l’organismo dalla temperatura normale di 37 gradi a 33-34 nell’arco di 1-2 ore. Il sistema che utilizza materassini a contenuto liquido che vengono raffreddati in rapporto alla temperatura interna del corpo funzionano con una tecnologia che permette di aggiungere o togliere calore così da mantenere stabile la temperatura. L’obiettivo è di proteggere il cervello dai danni secondari provocati dal trauma o dall’arresto cardiocircolatorio come nel caso del ragazzo.
Ma è la seconda fase, quella del successivo innalzamento della temperatura, la più delicata perché si possono perdere i benefici della prima. ”I risultati ottenuti dalla tecnica sono stati molto buoni – ha sottolineato Conti – per certi aspetti impressionanti. Sono una decina i casi analoghi in tutto il mondo in casi in cui è stata impiegata la tecnica in casi analoghi. Il ragazzo era arrivato in coma profondo e in 72 ore le cure hanno permesso di ottenere un successo con ottime possibilità di ripresa”.
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